Il M5S da Fico riapre a Renzi. Crimi: Conte non si discute, ma il Mes via dal tavolo

30 Gen 2021 17:48 - di Adele Sirocchi
Crimi

Vito Crimi ha detto sì a nome del M5S. La missione di Roberto Fico nei confronti del Movimento  non era poi così impossibile. Il M5S sarà ancora in maggioranza con i renziani. “Diteci se ci volete“, aveva scandito Renzi dal Colle più alto, dopo il colloquio con il Capo dello Stato Mattarella. E gli sventurati hanno risposto: sì, lo vogliono ancora.

Il M5S pronto al dialogo con Renzi

Lo vogliono a dispetto di Di Battista e dei “travagliati” del Fatto. Lo vogliono purché, ha sottolineato Vito Crimi quando è finito il faccia a faccia tra la delegazione M5S e il presidente della Camera Fico, “si lavori a un cronoprogramma dettagliato nei temi e nei tempi, che dia una indicazione certa del lavoro che questo governo dovrà svolgere”. “Un percorso – ha rimarcato il reggente grillino – che dovrà essere pubblicamente sottoscritto da tutte le forze politiche che intendono partecipare”.

Crimi: la condizione è il cronoprogramma

Così nessuno potrà inventarsi altre priorità. Quello che è scritto è scritto. Un percorso che il M5S è disposto a compiere “con tutte le forze della maggioranza”, renziani compresi.

Crimi: ma dal tavolo deve essere tolto il Mes

Quindi ha affermato che Conte non si discute. “Abbiamo ribadito che la scelta del presidente Conte come guida del governo è per noi indiscutibile“. “E’ su quella figura – ha sottolineato Crimi – che riteniamo si possa ancora costruire un grande lavoro”. Avanti con lui e con Renzi, ma togliendo di mezzo i temi provocatori come il Mes. Questa la condizione posta per riprendere il filo del dialogo con Italia Viva.

Crimi: basta provocazioni

“Abbiamo chiesto di rappresentare alle altre forse politiche che siano accantonati i temi provocatori, utilizzati in alcuni casi in maniera strumentale, come la questione del Mes”, ha detto Vito Crimi. “Abbiamo chiesto che vengano tolti questi temi dall’agenda e che ci si concentri questioni su cui c’è un sentire comune”.

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