Gli ex comunisti non festeggiano i 100 anni del Pci: “Stanno nascosti, ma sono sempre pericolosi”

5 Gen 2021 17:22 - di Federica Parbuoni
100 anni pci

Il 21 gennaio ricorreranno i 100 anni dalla fondazione del Pci. Ma, dopo il gran polverone sollevato lo scorso anno dai famosi 400mila euro in finanziaria, non pare che siano previste celebrazioni in pompa magna. E, anzi, il massimo che si segnala sono l’uscita di alcuni libri e qualche evento online. La tesi diffusa è che gli eredi del Pci si nascondano, per proseguire sotto mentite spoglie il lavoro non esattamente esaltante dei propri precursori.

Gervasoni: “Più pericolosi oggi che negli anni Settanta”

“Sono molto più pericolosi ora che negli anni Settanta“, ha scritto su Twitter Marco Gervasoni, rilanciando un articolo di Filippo Facci su Libero di oggi, nel quale si sostiene che “I comunisti compiono 100 anni. Sono nascosti, ma fanno danni“. “Il Pci è morto e nessuno festeggerà la sua nascita: gli ex compagni si definiscono ‘figli di Berlinguer’, falsificano la storia e così, camuffati, li ritroviamo tutti al potere”, si legge ancora nell’articolo.

Facci: “I comunisti sono nascosti, ma fanno danni”

La tesi è che, per quanto voglia edulcorare la realtà, anche quella definizione di “ragazzi di Berlinguer”, coniata da Walter Veltroni per non usare la parola “comunisti”, di fatto smaschera la vera natura di una classe dirigente che non ha dimenticato niente della lezione filosovietica: avversione alla modernità sotto qualsiasi forma; pretesa superiorità morale senza pezze d’appoggio; tentazione verso un approccio totalitario; attitudine a un certo asservimento alle potenze straniere. Dunque, “i comunisti non esistono più, però sono al governo. E li riconosci anche con la mascherina”, chiosa Facci.

Socci: “Il Pci compie 100 anni ed è al potere in Italia”

Dello stesso parere anche Antonio Socci, che qualche tempo fa, in vista di questo centenario, ha scritto che la nascita del Pci “non è storia passata”, perché dopo il crollo del Muro di Berlino e il cambio di nome del partito “la sua classe dirigente è arrivata al potere in Italia e ci resta da anni sebbene minoranza nel Paese e sconfitta alle elezioni”. Anche per Socci, ad ascoltarli oggi, “sembra che in Italia nessuno sia stato comunista, non è stata fatta nessuna seria revisione autocritica”. “La classe dirigente del Pci si è velocemente autoassolta, ha accantonato la bandiera comunista e l’ideologia marxista, ma non l’arroganza ideologica, la pretesa superiorità morale e la propensione alla demonizzazione dell’avversario”, ha scritto Socci, anche lui convinto che “Il Pci compie 100 anni ed è al potere in Italia”.

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