Emma Bonino categorica: «No a un nuovo esecutivo guidato da Conte. Serve una svolta»

28 Gen 2021 13:40 - di Milena Desanctis
Bonino

Emma Bonino boccia l’ipotesi di un Conte ter. «Non sosterremo un tentativo di proporre un governo con l’attuale presidente del Consiglio, perché se è vero che serve una svolta, un rilancio, non possiamo sostenere la semplice continuità del presiedente del Consiglio». Lo ha affermato Emma Bonino, dopo l’incontro al Quirinale della delegazione di Più Europa-Azione e Radicali italiani con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Bonino dice “no” a Conte

«A maggior ragione – ha aggiunto – dopo il tentativo di dare vita a suo sostegno in modo piuttosto contraddittorio e disordinato di un Gruppo parlamentare senza alcuna coerenza politica, che utilizza come mero schermo il richiamo all’europeismo. Azione e Più Europa sono impegnate nella costruzione di un progetto inclusivo aperto a rappresentanze di forze riformatrici, profondamente europeiste».

«Non siamo disponibili a nessun tipo di continuità»

«Quindi abbiamo manifestato al Presidente Mattarella con chiarezza che non siamo disponibili a nessun tipo di continuità che ha già dimostrato tutta la sua debolezza, per non dire peggio. Ma siamo disponibili a discutere di contenuti con un nuovo eventuale nuovo presidente incaricato, che abbia un autorevole profilo europeista e riformatore in grado di raccogliere una maggioranza più ampia di quella attuale, coinvolgendo – ha concluso Bonino – le forze che al Parlamento europeo sostengono il lavoro della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen».

«I senatori in prestito? Inaccettabile»

La Bonino ha poi proseguito: «Se Conte mi ha chiamata? Ha telefonato anche a me come a tutti. Io sono educata, rispondo, e so cosa rispondere». Il nuovo gruppo degli Europeisti? «Più Europa ha una connotazione veramente europeista. Quello è un gruppo senza nessun collante. Ci sono responsabili la mattina che il pomeriggio poi cambiano idea… I senatori in prestito? Dal punto di vista parlamentare possibile, politicamente inaccettabile».

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