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Covid, la Cina blocca i container dei maiali lombardi. Il Pirellone: «Il governo alzi la voce»

Cronaca - di Lorenza Mariani - 8 Gennaio 2021 - AGGIORNATO 8 Gennaio 2021 alle 19:19

Covid, la Cina alza pure la testa e blocca i container coi maiali della Lombardia. Il Pirellone s’infuria: «Governo alzi la voce». La temperatura si fa incandescente. Con il virus in piena recrudescenza. Con i dubbi e i sospetti sull’origine della pandemia che gravano pesantemente sul gigante asiatico, Pechino alza la voce e punta l’indice sulla produzione suina di casa nostra: quella lombarda in particolare. Insomma, ora tocca ai suini della Lombardia. Qualche mese fa, sotto inchiesta delle autorità cinesi era finito il salmone europeo. Poi i cibi surgelati… e chi più ne ha, più ne metta.

Covid, la Cina blocca i container coi maiali della Lombardia

Così, nelle scorse ore, stando a quanto denunciato dalla Regione a guida Fontana, Pechino avrebbe bloccato alcuni container con carne suina della Lombardia. Causa: l’epidemia di coronavirus che insiste pesantemente nel Belpaese, e all’ombra della Madonnina in particolare. Come riporta in queste ore il sito di Milano Today, allora, l’assessore regionale lombardo all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, ha rivolto un appello direttamente all’esecutivo in carica. Denunciando la vicenda e chiedendo contestualmente un intervento immediato. «Il mercato della Cina è fondamentale per la suinicoltura lombarda e italiana, soprattutto per quanto riguarda le parti del maiale non interessate dalla filiera del prosciutto. La Lombardia è la prima regione d’Italia, alleviamo più della metà dei suini nazionali. Chiediamo al governo italiano di alzare la voce contro il blocco cinese delle importazioni della carne italiana».

Il Pirellone furioso: «Il governo alzi la voce»

In gioco, del resto, c’è ben più dello scambio di reciproche accuse o discettazioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria. Tanto che, come sottolinea sempre Rolfi nel suo richiamo al governo sulla vicenda che mescola motivazioni imprenditoriali legate all’import-export, e recriminazioni diplomatico-politiche, «i rapporti economici con la Cina sono sempre stati positivi e vogliamo proseguire la collaborazione perché le nostre aziende non possono prescindere da sbocchi commerciali così importanti. Per questo è inaccettabile associare la diffusione del covid alla carne suina lombarda – le sue parole –. Ho chiesto al console – ha quindi proseguito l’assessore regionale lombardo – di evidenziare queste problematiche al proprio governo nel solco della consolidata collaborazione tra Lombardia e Cina in ottica di interscambi commerciali. Il problema deve essere risolto il prima possibile e queste ombre devono essere scacciate perché diffondere notizie false crea un danno d’immagine incalcolabile».

 

 

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