Conte parla alle tv fregandosene degli assembramenti, i cameramen vogliono denunciare Casalino
L’Asa, il sindacato autonomo degli audiovisivi che di fatto riunisce gran parte dei cameramen, sta valutando se adire le vie legali nei confronti dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi. E questo dopo «l’improvvisa conferenza stampa di ieri che ha provocato l’indegno assembramento cui abbiamo assistito con i relativi rischi per la salute e naturalmente in spregio alle attuali norme sulla sicurezza sanitaria».
La nota del sindacato dei cameramen
Il sindacato dei cameramen, come si legge in una nota, «sta valutando nel dettaglio quanto accaduto. E si riserva di denunciare formalmente alla procura della Repubblica tutti i responsabili. Condannando fermamente una pericolosa superficialità che ha riguardato tutte le parti in causa (giornalisti, tecnici e addetti stampa, ndr). Che ha messo a rischio la salute di tutti i presenti e di coloro con cui verranno a contatto».
Conte e l’assembramento in piazza Montecitorio
Le polemiche sono scoppiate per il maxi assembramento in piazza Montecitorio. Dopo aver incontrato al Quirinale il capo dello Stato Mattarella, Conte lungo la strada si è fermato a parlare con i giornalisti. Una conferenza stampa che ha scatenato un assembramento record e, di conseguenza, una bufera. Almeno un centinaio di persone erano ammassate l’una sull’altra attorno al premier. Azzerate in un colpo le distanze e le norme anti Covid. Le foto sono finite sui social diventando subito virali e hanno scatenato una infinità di polemiche.
Giorgia Meloni: «Le regole valgono per tutti tranne che per Conte»
È stata Giorgia Meloni a puntare il dito sul comportamento tenuto dall’attuale presidente del Consiglio, postando sulla propria pagina Facebook una foto inequivocabile. Nell’immagine si vede chiaramente una vera e propria folla attorno al premier. «Le regole sul distanziamento sociale anti-Covid valgono per tutti tranne che per Conte». «Il presidente del Consiglio – ha detto ancora – improvvisa una conferenza stampa in mezzo alla strada, creando un assembramento e costringendo giornalisti e operatori ad ammassarsi». E poi ancora. «Perché in Italia i cittadini devono rispettare le restrizioni del governo anche a costo di veder fallire la propria attività ma non il premier. Per mantenere le poltrone può fare tutto, anche mettere a rischio la salute di chi lavora».