Tutti contro Manfredi per i ritardi sui medici specializzandi. Il ministro: “Non capisco perché”

7 Dic 2020 19:07 - di Viola Longo

Nelle piazze fisiche di 10 città, nelle piazze virtuali del web e davanti al ministero dell’Università e della ricerca. I giovani medici laureati oggi hanno protestato per il ritardo nell’esito delle concorso per le scuole di specializzazione, che si protrae da settimane. Al loro fianco hanno trovato gli Ordini locali e la Federazione nazionale, i sindacati, molti colleghi noti che hanno usato la loro visibilità per denunciare lo scandalo. Ma non il ministro Gaetano Manfredi, per il quale quella intorno ai medici specializzandi è una “polemica incomprensibile”.

Quasi 24mila medici bloccati dall’attesa

Sono 23.700 i giovani medici in attesa di sapere se e dove saranno destinati a prendere servizio, con ripercussioni sulla loro vita personale, ma anche sul sistema sanitario in questo momento di grave crisi per il Covid in cui nelle corsie sono tornati in servizio anche medici in pensione, in alcuni casi rimettendoci la vita. Ma il ministro Manfredi nel giorno della protesta ha ribadito quello che ha già detto ieri in un’intervista al Corriere della Sera. Ovvero, in sintesi, che non vede bene dove sia il problema.

Manfredi: “Protesta incomprensibile”

In fondo, è stata la giustificazione, il ritardo è colpa dei ricorsi dovuti a un errore in una domanda, “dettato dalla procedura informatica”. Oggi il ministro è tornato sull’argomento, sottolineando che “ogni anno ci sono i ricorsi”. Quindi, la protesta, come riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, gli risulta “incomprensibile”. Come se quest’anno fosse uguale agli altri e il sistema sanitario si potesse permettere a cuor leggero di avere il 15 gennaio, come ha annunciato il ministro, la risposta a un concorso sostenuto il 22 settembre.

L’Ordine: “Rischiamo di perdere 15mila borse”

Non solo, Manfredi ha anche rivendicato che nel 2020 le borse di studio sono diventate 5.500 in più e le matricole di medicina sono passate da 9mila a 13mila. Insomma, un gran lavoro. Che però sembra compiacere solo il governo. “Ci sono 15mila borse di specializzazione che, se non assegnate entro l’anno, rischiano di andare sprecate. È questa la preoccupazione sollevata da più parti”, ha avvertito il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che ha chiesto quindi al ministro di rivedere quella scadenza fissata per il 15 gennaio.

Il sindacato: “Specializzandi tenuti in ostaggio”

Per il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Andrea Filippi, poi “il ministro Manfredi tiene in ostaggio 23mila aspiranti medici specializzandi che potrebbero essere fondamentali per la lotta a Covid-19″. “Le sue incertezze, insieme a quelle dei dirigenti del ministero Università e Ricerca, ormai rasentano il ridicolo. Ma soprattutto – ha sottolineato il sindacalista – diventano una tragedia che indebolisce le nostre forze per la lotta alla tragica pandemia”.

Una situazione “allucinante”

Un paio di giorni fa, a dare grande visibilità alla questione erano stati l’infettivologo Matteo Bassetti e l’immunologo Roberto Burioni, che avevano parlato rispettivamente di situazione “allucinante” e necessità di “portare immediatamente queste giovani forze in corsia”. Sollecitazioni che, però, non sembrano essere giunte al ministero dell’Università e della Ricerca.

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