Renzi scrive a Conte: «Non si possono fare dirette facebook quando ci sono 209 miliardi in ballo»

17 Dic 2020 10:36 - di Gianluca Corrente
Renzi Conte

Nella giornata cruciale arriva la lettera di Renzi a Conte. «Caro Presidente, in questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che quelli di Italia Viva vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia. Noi Ti abbiamo detto in Parlamento che quando un Paese può spendere 209 miliardi di € non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di € sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: “Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente”» Inizia così la lettera inviata a Giuseppe Conte che il leader di Italia viva Matteo Renzi pubblica su Facebook, e, per punti, sulla sua e news.

Renzi a Conte: «La situazione è seria»

«La situazione – scrive fra l’altro Renzi in vista dell’incontro con Conte – è seria, Presidente. Abbiamo il più alto numero di morti da Covid in Europa. È inutile continuare con la retorica del “va tutto bene”. Nonostante la dedizione e la qualità dei nostri medici, infermieri, farmacisti, volontari siamo purtroppo sul gradino più alto di questo tragico podio. Non dobbiamo colpevolizzare i cittadini che hanno seguito con disciplina le indicazioni del Governo ma dobbiamo riflettere su che cosa non ha funzionato, a cominciare dal difficile rapporto Stato Regioni. Abbiamo sostenuto le Tue misure, anche quando non le condividevamo, perché in una fase terribile di emergenza non ci si può dividere. Possiamo soltanto auspicare che sul vaccino non si ripetano i ritardi dei tamponi o dei banchi a rotelle: l’Italia deve essere in prima fila per efficienza nella distribuzione. Adesso cerchiamo di non essere i peggiori anche sulla ripresa economica».

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