Mes, il M5S esplode. 69 parlamentari minacciano di non votarlo: “Bloccheremo le Camere”

2 Dic 2020 19:33 - di Angelica Orlandi
Mes M5S

“No alla riforma del Mes”. Lo scrivono 69 parlamentari grillini, in una lettera. C’è una fronda all’interno del Movimento 5 Stelle che ha impugnato carta e penna e inviato una missiva ai big pentastellati. Lo scritto, ricevuto dal capo politico reggente Vito Crimi, dal ministro Alfonso Bonafede e dai capogruppo alla Camera e al Senato, Davide Crippa e Ettore Licheri, è stata inviata per conoscenza anche al sottosegretario Fraccaro, al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e alla sosttosegretaria Agea. Al netto dei toni concilianti, il niet suona forte e chiaro, fino alla minaccia di voto contrario in Parlamento al momento della ratifica.

M5S, la lettera di 69 parlamentari

La missiva porta la firma di  17 senatori e 52 deputati che ribadiscono la loro contrarietà alla riforma del fondo Salva-Stati. Il 9 dicembre in Parlamento si discuterà la riforma di questo strumento finanziario europeo, ma anche all’interno della maggioranza le posizioni sono differenti. Lo stesso Di Maio ha ribadito ieri che “la riforma del Mes è tutt’altro che entusiasmante”  e che “in Parlamento non ci sono i numeri per sbloccarlo”.

M5S, la minaccia del voto contrario

“Anche lo scorso anno – ricordano i firmatari – si dava tutto per chiuso ma siamo riusciti nel nostro intento”. Ovvero rinviare la riforma con lo stop dell’Italia. “Ora è il momento di non arretrare su posizioni che non sono nostre. Ciò è ancora più vero – scrivono – in un momento storico in cui serve reale integrazione europea e spirito di solidarietà fra i Paesi dell’Eurozona; piuttosto che il potenziamento di istituzioni intergovernative esterne alle istituzioni comunitarie. In difetto, l’unico ulteriore passaggio che i parlamentari del MoVimento 5 Stelle avrebbero per bloccare la riforma del MES sarebbe durante il voto di ratifica nelle due Camere”. La minaccia del voto contrario sembra inequivocabile.

Mes, caos totale nel movimento

Nella lettera, i parlamentari si soffermano su tutte le tappe che hanno portato alla riforma. “In questi ultimi mesi – osservano – non sono mutati né i termini della riforma, né il ‘pacchetto completo’. Ciò che è cambiata invece è la volontà di quasi la metà del Parlamento di accedere al Mes. Rendendo de facto questo strumento più vicino al nostro paese, ed il contesto macroeconomico legato alla pandemia Covid che rende ancora più inadeguato questo strumento”.  In sintesi, “il nuovo contesto dovrebbe portarci a riaffermare, con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: NO alla riforma del MES“. Ora è il “momento di non arretrare su posizioni che non sono nostre”. Pena il voto contrario in Parlamento, ultima spiaggia per fermare una riforma che i firmatari della lettera osteggiano in maniera inequivocabile.

M5S, è caos: c’è chi si sfila

Ma trattandosi dei cinquestelle, la sceneggiata è dietro l’angolo. Alcuni eletti 5 Stelle stanno infatti prendendo le distanze dalla lettera che la ‘fronda’ grillina ha inviato ai vertici. “Vorrei che la mia firma alla lettera sulla risoluzione venisse tolta in quanto erroneamente inserita”: è la richiesta, secondo quanto apprende l’Adnkronos, avanzata via mail dal deputato M5S Mattia Fantinati, il cui nome compariva nell’elenco dei firmatari. Anche la deputata Iolanda Di Stasio si sfila: “Ho più volte ribadito la mia contrarietà all’attivazione del Mes per il nostro Paese, ma mai firmato la lettera”.

Panico nei parlamentari: “Io? mai firmato…”

Interviene in una nota anche la senatrice del Movimento 5 Stelle Loredana Russo: “Smentisco di aver firmato tale lettera, di cui non avevo nemmeno letto il testo fino alla pubblicazione dell’articolo in questione. Resto fermamente contraria al ricorso al Mes, ma ogni mia scelta anche sulla riforma di tale strumento avverrà all’esito di un confronto interno al gruppo e nel pieno rispetto delle decisioni che assumeremo collegialmente come sempre fin qui avvenuto”. Revoca la sua adesione la deputata M5S Sabrina De Carlo. “Pur condividendo nel merito la proposta dei colleghi e appoggiando pienamente la posizione del MoVimento 5 Stelle di piena contrarietà all’uso di uno strumento che non risolverebbe i problemi del nostro Paese, accendendo un ulteriore debito, ho revocato la mia adesione alla lettera inviata onde evitare sterili strumentalizzazioni politiche” spiega De Carlo.

 

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