M5S, i ribelli del Mes indecisi a tutto. L’ex-Paragone: «Sono vigliacchi, salveranno Conte»

7 Dic 2020 14:18 - di Michele Pezza
Mes

La sintesi dei travagli grillini sul Mes prova a farla Gianluigi Paragone. Quel mondo, del resto, l’ex-conduttore de La Gabbia lo conosce bene. È entrato al Senato sotto le insegne del M5s, anche se poi è trasmigrato nel gruppo Misto dove rappresenta il movimento No Europa-Italexit. Ci sarà perciò da credergli quando dice che alla fine anche i più recalcitranti si guarderanno bene dal mettere in difficoltà Conte o il suo governo. «Ormai – pronostica – la vigliaccheria è arrivata ad un punto talmente denso che anche coloro che vengono identificati come ribelli al massimo usciranno dall’aula e non voteranno». Probabile che ci colga. Al momento, però, il MoVimento è un vulcano che ribolle di contrasti, ripicche e rivalse.

Di Maio minimizza: «Turbolenze ingiustificate»

Una situazione che costringe Di Maio a depotenziare il significato del voto sul Mes, derubricandolo a semplice mandato del Parlamento a Conte a trattare in Europa. «Vedo un pressing ingiustificato: io rispetto le opinioni di tutti, ma bisogna evitare di incendiare il dibattito politico», dice a Repubblica. Nella sua scia anche il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa, per il quale «chi oggi dice che votiamo la modifica sta sbagliando. La ratifica arriverà in Parlamento nel 2021». L’altro tasto che l’ala governista pigia più volentieri è quella dell’accerchiamento esterno. Serve a compattare il gruppo, ma soprattutto ad illuminare di livida luce i dissidenti, facendoli apparire come funzionali al “nemico“. «Non vorrei che certi mondi affaristici volessero mettere le mani sui soldi del Recovery fund», azzarda infatti Stefano Buffagni. E Di Maio, di rincalzo: «È incomprensibile prestare il fianco ai nostri detrattori dopo tutto ciò che siamo riusciti a raggiungere fino a ora».

La Lezzi: «Il Mes è nocivo»

Dal canto loro, i ribelli si tengono aperte tutte le strade. Nel frattempo, si fanno scudo con le bocciature del Mes da parte di Conte, Grillo e dello stesso Di Maio. Per la senatrice Barbara Lezzi, il salva-Stati è destinato a far male comunque. Anche non utilizzandolo. «Basta leggere i post molto chiari sul Blog delle Stelle a firma Luigi Di Maio», si legge in un suo velenoso post su Fb. «Con il M5S al governo – aveva scritto in precedenza – il nostro Paese non assumerà scelte penalizzanti per i cittadini con la superficialità che ha guidato chi c’è stato prima di noi». Si vedrà.

 

 

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