Tredicesima più leggera a causa del Covid. A farne le spese i pensionati e i lavoratori dipendenti

28 Nov 2020 10:33 - di Liliana Giobbi
tredicesima

Il coronavirus colpisce anche la tredicesima 2020, che sarà più leggera. Nei prossimi giorni sarà la stragrande maggioranza dei pensionati a ricevere la tredicesima mensilità sul proprio conto corrente. Nel giro di qualche settimana verrà poi erogata anche ai dipendenti privati e a quelli pubblici. Complessivamente quest’anno arriverà nei portafogli di 16 milioni di pensionati e di 18 milioni di lavoratori dipendenti.L’importo complessivo di queste 34 milioni di gratifiche natalizie ammonterà a 30 miliardi di euro, 3 miliardi in meno rispetto alla somma pagata l’anno scorso. A calcolarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Tredicesima più leggera, i dati della Cgia

«Il Covid, purtroppo, ha alleggerito la tredicesima di tanti dipendenti del settore privato. Dall’inizio dell’emergenza, infatti, almeno 6,6 milioni di lavoratori sono finiti in cassa integrazione e molti di questi a zero ore. Questa situazione», spiega la Cgia, «non ha consentito a tante persone di maturare il rateo mensile che definisce economicamente la gratifica. Quindi ne ha alleggerito l’importo finale di circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta. Con meno soldi a disposizione e tanta sfiducia che assilla le famiglie italiane, gli acquisti di Natale rischiano di subire una contrazione fino al 15 per cento. Se l’anno scorso la spesa complessiva ha sfiorato i 10 miliardi di euro, quest’anno potrebbe scendere a 8,5-9 miliardi. Una riduzione, questa, che rischia di penalizzare soprattutto le botteghe artigiane e i negozi di vicinato che faticano a reggere la concorrenza sempre più spietata del commercio on line».

Il fisco incasserà oltre 10 miliardi di euro

Se saranno circa 30 i miliardi di euro che attraverso la tredicesima arriveranno quest’anno nelle tasche degli italiani, anche il fisco potrà “festeggiare”. Infatti da questi pagamenti incasserà ben 10,4 miliardi di euro di ritenute Irpef. «Con l’aumento dei risparmi privati e la caduta verticale dei consumi delle famiglie – segnala la Cgia – il Paese sta scivolando pericolosamente verso la deflazione. Dallo scorso mese di maggio, infatti, l’indice dei prezzi al consumo è negativo. La deflazione, ricordiamo, si manifesta attraverso una progressiva contrazione dei prezzi dei beni e dei servizi. Apparentemente la cosa può sembrare positiva: se i prezzi scendono, i consumatori ci guadagnano. Nella realtà le cose assumono una dimensione completamente diversa».

Le famiglie non acquistano

Nonostante i prezzi siano in calo, «le famiglie non acquistano, a causa delle minori disponibilità economiche e delle aspettative negative. Quel poco che viene venduto comporta, per i negozianti, margini di guadagno sempre più contenuti. La merce invenduta innesca una situazione di difficoltà per i commercianti. Ma anche per le imprese manifatturiere che, a fronte delle mancate vendite, sono costrette a ridurre la produzione. E in prospettiva anche l’occupazione».

Tredicesima nelle regioni

A livello territoriale la regione che presenta il più alto numero di percettori della tredicesima mensilità è la Lombardia. Le persone interessate sono quasi 6,2 milioni. Seguono i 3 milioni e 287 mila residenti nel Lazio, i 2 milioni 956 mila domiciliati nel Veneto e i 2 milioni 821 mila presenti in Emilia Romagna. Le realtà geografiche, dove, invece, il numero dei beneficiari della gratifica natalizia è più contenuto sono innanzitutto l’Umbria con 532 mila persone. Poi la Basilicata con 290 mila, il Molise con 160 mila e la Valle d’Aosta con 77 mila.

 

 

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