Sileri spiazza: «Mio figlio di 16 mesi mi chiama cacca. Sono una m****ccia fantozziana»

12 Nov 2020 19:17 - di Renato Fratello
Sileri

Pierpaolo Sileri, viceministro della Sanità, ospite di Un giorno da Pecora in onda su Rai Radio 1, ha parlato delle prossime festività natalizie in piena emergenza coronavirus e degli incontri con i parenti. «Secondo me sì, sarà possibile. Non numerose ovviamente nei limiti del minimo possibile e sempre con protezione. Ma questo poi si vedrà, ora è presto per dirlo». Il viceministro della Salute ha poi inaspettatamente fatto una confessione. E ha svelato un retroscena  divertente parlando del figlioletto di 16 mesi. «Quando mi vede in tv, mi chiama sempre cacca. Che ci posso fare…», ha detto.

Sileri: «Non mi chiama papà…»

Le parole di Sileri hanno alleggerito il clima e fatto scoppiare la conduttrice Geppi Cucciari in una sonora risata, alla quale Sileri ha replicato: «Non mi chiama papà, sono una mer*****a fantozziana, che vi devo dire». Per il viceministro, suo figlio lo vede talmente poco che lo associa solo al momento in cui gli cambia il pannolino. Per poi concludere: «Mia moglie l’altra sera, quando mi sono arrabbiato da Giletti, mi ha chiamato e mi ha detto: “Meno male che ti sei incazzato lì, così torni a casa tranquillo”». In collegamento a Non è L’arena aveva perso la pazienza: «Non riuscite a immaginare la mia sofferenza a pensare ai 38mila morti, ai miei colleghi morti. Colleghi mi chiamano ogni giorno per dire “fate zone rosse che non ce la facciamo più”. Lo vogliamo capire che siamo in guerra! Stiamo lottando per salvare l’Italia, punto!».

«Natale sarà sottotono»

Tornando sul Natale, Sileri ha poi precisato che, «sarà una festa in cui sicuramente potremo fare molto meno di quello che abbiamo fatto il Natale scorso, un po’ sottotono. Ma direi che, se riuscissimo ad avere una stabilizzazione della curva epidemica potremo tutti considerarci in area gialla o arancione: una giusta via di mezzo che consenta delle attività, ovviamente con le protezioni che abbiamo imparato a utilizzare».

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