La sceneggiata di Sileri: «Vorrei tanto andare in palestra e prendere gli autobus. Ma lavoro troppo»
Fa il pompiere il vice ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. E mentre il Paese si trova alle prese con le nuove restrizioni e con un dibattito quanto mai acceso sui coprifuoco, ci informa che prenderebbe gli autobus pubblici senza particolari apprensioni e vorrebbe tanto andare in palestra, cosa che non fa perché lavora troppo. Insomma, Sileri non vede alcun rischio Covid particolare in quelle situazioni. E chissà cosa ne pensano i cittadini che quegli autobus li devono prendere per forza o gli imprenditori dello sport, che stanno vivendo questa settimana con la minaccia di una nuova chiusura delle palestre, lanciata dal premier nel corso della conferenza stampa dell’altro giorno.
Sileri: “Più che un’ondata è una mareggiata”
“Quello che è accaduto a febbraio-marzo è diverso da quello che vediamo oggi. I posti in terapia intensiva ci sono, abbiamo moltissimi asintomatici, non c’è una gravità di acceso in ospedali e pronto soccorso. I numeri sono contenuti. Ora più che una seconda ondata abbiamo mareggiate in alcune parti d’Italia”, ha detto il viceministro intervenendo a Un giorno da pecora, su RaiRadio1. “A febbraio – ha aggiunto – abbiamo avuto un impatto violento e immediato. Quello che vediamo oggi è molto diluito rispetto al passato e dobbiamo tenerlo in questo stato”.
Autobus e palestre? Ma quale rischio Covid…
Dunque, a dispetto di certo terrorismo e delle possibili chiusure sventolate con grande decisione da Conte, Sileri ha detto che “in questo momento andrei in palestra se avessi tempo, ma lavoro 18 ore al giorno”. Non solo il vice ministro prenderebbe anche gli autobus. Infatti, lui non vede particolari rischi. Basta proteggersi, è stata la sua rassicurazione. “Porterei la mascherina chirurgica e, se c’è troppa gente, anche una Ffp2 o Ffp3, come dico a mia mamma. Come con il maglione, se fa tanto freddo – ha aggiunto – te lo metti più pesante”.