La scuola torna agli anni ’50: si starà in classe col cappotto. I presidi: “Meglio il freddo del Covid”
Le scuole italiane fanno un balzo indietro negli anni ’50: bambini e ragazzi, quelli che ancora possono andarci, dovranno stare in classe col cappotto. Perché, come spiega il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, “tra Covid e freddo” meglio scegliere il freddo.
“Meglio il freddo del Covid”
“Avevamo chiesto di provvedere a sistemi di areazione degni di questo nome, ma nessuna risposta. Quindi adesso bisogna fare i conti con la realtà. I locali vanno areati ed in Italia l’unico sistema per farlo è aprire le finestre. Tra Covid e freddo meglio scegliere il male minore e stare in classe con il cappotto piuttosto che essere esposti al rischio del virus”, ha detto Giannelli, ricordando che la Germania ha investito 500 milioni di euro per l’areazione delle scuole.
I presidi: “Ignorato il nostro allarme”
“Il Recovery fund, essendo destinato ad interventi di tipo strutturale, potrebbe essere usato in Italia per questo: l’areazione di 400mila aule. Nel frattempo – ha avvertito il rappresentante dei presidi – è importante che il Cts definisca meglio, in vista del freddo, quali sono i parametri di riferimento per l’identificazione di tempi e modalità di aperture delle finestre nelle classi”. “Andrebbe fatta nelle singole scuole una stima quantitativa che varia da aula ad aula per il ricambio dell’aria, attraverso la declinazione di parametri oggettivi. Che sarebbero molto utili. Invece siamo alle libere interpretazioni”, ha sottolineato Giannelli con l’ennesima denuncia contro l’inerzia del governo e del Cts.
Le generiche indicazioni di Cts e Miur
Sul sito del ministero dell’Istruzione, nella sezione delle Faq, infatti, si legge che le indicazioni del Cts parlano di una generica “necessità di assicurare l’aerazione dei locali in cui si svolgono le lezioni, avendo cura di garantire periodici e frequenti ricambi d’aria, cui si provvederà contemperando l’esigenza di costante aerazione dell’ambiente didattico con il diritto degli allievi a svolgere le attività didattiche in condizioni ambientali confortevoli“.