Coronavirus, il virologo Pregliasco: «Stavolta è peggio di prima, contagiarsi è facilissimo»

2 Nov 2020 10:36 - di Gianluca Corrente
Pregliasco

La situazione non è per niente facile. «In questo momento davvero c’è una diffusione» del coronavirus Sars-CoV-2 «non dico omogenea, ma davvero molto ampia e peggiore della prima volta. Lo vedo nel contesto in cui vivo e lavoro, tra i familiari e gli amici: la probabilità di cadere nell’infezione è generalizzata». Così il virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. Ad Agorà su Rai 3 fatto fa il punto sull’epidemia di Covid-19 in alcune aree d’Italia e nello specifico in quella milanese.

Pregliasco: «La famiglia diventa elemento moltiplicatore»

«L’elemento particolare è la pervasività di questo virus», ammonisce l’esperto, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. «È facilissimo acquisirlo, magari sul lavoro, in un contesto comunitario, ma poi l’arrivo è a casa». Pregliasco ha aggiunto che «la famiglia diventa un elemento moltiplicatore, proprio perché si abbassano per forza di cose le difese. Invece bisogna stare molto attenti a fronte della presenza di soggetti asintomatici».

Lockdown periodici, il sì di Pregliasco

«Ben venga un andamento periodico» per un eventuale lockdown contro la corsa di Covid-19 in Italia. La periodicità – ha specificato Pregliasco – è «un elemento di cui è bene tenere conto. Questa patologia ci terrà compagnia a lungo». Proprio come si fa «con una pentola a pressione che a un certo punto va fatta sfiatare», così si potrebbe pensare di agire contro il coronavirus. Quindi, «chiusure mirate, se necessario “sartoriali” ma con coordinamento nazionale»,

Andreoni e la questione degli anziani

«Mettere in sicurezza gli anziani ha un senso e va bene. Ma va fatto in maniera intelligente. Il che non vuole dire chiuderli dentro casa». Lo ha affermato Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Ospite di Coffee Break su La7 ha delineato la situazione. A sua volta Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, ha specificato alcuni elementi. «Non abbiamo avuto il tempo di valutare l’impatto degli ultimi provvedimenti, che si misura in 2-3 settimane». L’ha detto al Fatto Quotidiano. «Il Cts non chiede e non decide il lockdown», ha precisato.

«Le valutazioni politiche spettano al governo»

«Deve dare valutazioni tecniche collegate a indici epidemiologici e allo stress sul sistema ospedaliero e territoriale. La valutazione spetta al governo, riguarda anche l’economia, la sicurezza, la mobilità, l’accesso ai servizi essenziali. In ogni caso, serve una gestione centralizzata, mentre le Regioni agiscono con parametri diversi».

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