“Care compagne e cari compagni”, il libro per i 100 anni del Pci annichilisce il Pd
Gli autori negano che sia “un’operazione nostalgia” in vista dei cento anni dalla fondazione del Pci. Certo, lo sembra. Apparendo, insieme, come una stilettata al Pd. È Care compagne e cari compagni, il libro edito dal blog Strisciarossa, il blog fondato da redattori dell’Unità dopo la chiusura del quotidiano. Il volume, a cura degli stessi giornalisti, racconta le storie di 13 militanti del partito di diverse età, epoche, estrazioni con l’intento di raccontare “il ‘noi’ in cui si declinava il Pci”.
Gli autori del libro: “Il Pci non era l’eden, ma…”
A cento anni dalla fondazione e a un trentennio dallo scioglimento, il Pci emerge dal libro come un’età dell’oro ormai andata, sebbene, come si legge sullo stesso Strisciarossa, “non era l’eden perduto, certo, quel Pci raccontato da donne e uomini, partito di ideali e passione, carne e sangue”. E, anzi, era un partito che nel ’68 non capì cosa stava succedendo a Praga, che era “in ritardo su temi come il divorzio e dell’aborto“, che era caratterizzato da un profondo maschilismo. Eppure era un partito fortemente rimpianto, a quanto pare, da un popolo di sinistra che si sente orfano.
ElleKappa e Livia Turco al vetriolo: “Oggi c’è il vuoto”
Il perché di questo rimpianto si trova esplicitamente nella prefazione scritta da Livia Turco e in una vignetta di ElleKappa, che illustra il volume insieme a Sergio Staino. “La lettura delle storie raccontate nel libro, più che la nostalgia per una militanza bellissima, mi ha fatto percepire il problema del vuoto che abbiamo oggi. Il vuoto per la mancanza di un moderno partito popolare che sia il costruttore di comunità. Certo quel partito non tornerà, ma ci lascia una grande storia, una grande e vivente lezione cui possiamo e dobbiamo attingere”, ha scritto la Turco, mentre i personaggi di ElleKappa si scambiano queste battute: “Il Pci è morto per salvare la sinistra”; “E poi, cos’ è che non ha funzionato?”.