Zaia: «I numeri sono paurosi ma noi non gettiamo la spugna». E lancia un appello al governo
«Noi crediamo nei tamponi. Ma la mole quotidiana di positivi di questi giorni è molto superiore a quella di marzo». Il governatore Luca Zaia non demorde, la lotta contro il Covid è dura. «Il contact tracing è la nostra forza, ma se c’erano già difficoltà allora, adesso sono ancora di più. Non abbiamo gettato la spugna, ma i numeri sono paurosi».
Zaia: «Oltre un certo limite non si va»
«I contagi crescono alla grande perché li cerchiamo», specifica il presidente della Regione Veneto. «Quando si hanno 1.325 contagiati in 24 ore, significa che questi generano 20.000 contatti. Bisogna spiegare ai cittadini che oltre un certo limite non si va. È come in tempo di guerra. Non puoi andare al pronto soccorso dopo il bombardamento della tua città e pretendere che ti facciano il triage».
Mandare i neolaureati in corsia
Secondo Zaia «l’unico sistema per risolvere la grave carenza di medici attuale è quello di mandare i neolaureati in corsia. «Oggi», ricorda, «in Italia mancano 56.000 medici e in Veneto la carenza è di 1.300. Tutto ciò è dovuto a una mancata programmazione negli anni passati, al numero ristretto di ingressi nelle specializzazioni. Io non ho nulla contro le specializzazioni», continua. «Ma dico che i medici, una volta laureati, devono entrare in corsia. Devono essere messi in condizione di poter lavorare, come avviene negli altri Paesi».
L’appello di Zaia al governo
Ma non solo. «Rivolgo al Governo un appello», dice Zaia. Un appello «perché siano individuati e validati dei protocolli specifici per la cura dei pazienti a casa fino a che non si renda necessario il ricovero. Da febbraio scorso – sottolinea – anche i metodi e i farmaci per le cure hanno fatto progressi. E registrato innovazioni che sarebbe bene codificare e condividere. È evidente che, più si riesce ad assistere efficacemente un malato a domicilio, meno si accresce la pressione sugli ospedali».