Vaccino anti influenzale, il Tar boccia l’ordinanza di Zingaretti. Lui: “Ma era solo una provocazione”
Nicola Zingaretti regala un’altra perla alla rassegna “toppa peggio del buco”. Il Tar gli ha bocciato l’ordinanza che istitutiva nel Lazio l’obbligo del vaccino anti influenzale per gli over 65, spiegando che non è competenza delle Regioni e che neanche la normativa emergenziale Covid apre a questa possibilità. E lui si è giustificato dicendo che “era una provocazione”. “Sapevamo di fare una provocazione perché non compete alla Regione l’obbligo della vaccinazione. Ma – ha sostenuto il governatore e segretario Pd – volevamo dare un segnale sull’importanza di farlo”.
Lollobrigida: “Gioca coi soldi pubblici, ne dovrà rispondere”
Le parole di Zingaretti hanno destato un certo “sconcerto” in FdI, che ha sottolineato non solo la bizzarria della giustificazione, ma anche il danno erariale causato dalla vicenda. Di parole “sconcertanti” ha parlato il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. “Ammettere candidamente che si trattava di una semplice provocazione, sostenendo di aver prodotto un provvedimento inutile oltre che inefficace – ha sottolineato Lollobrigida – comporta l’ammissione di un danno all’erario per l’inutile procedimento dinanzi al Tar“. Vicenda, ha proseguito l’esponente di FdI, sulla quale “gli organismi e le istituzioni competenti non potranno tacere”. Da parte di Zingaretti, quindi, c’è stata “una condotta irresponsabile per la quale – ha annunciato Lollobrigida – presenteremo interrogazioni in Regione e in Parlamento”.
Righini: “Scherza sulla salute pubblica, quanta arroganza”
È stato poi il capogruppo in Regione Lazio, Giancarlo Righini, a rilevare “l’inaccettabile arroganza con cui Zingaretti scherza sulla salute dei cittadini e spreca il denaro pubblico”. “Su questa storia dell’obbligo di vaccino – ha proseguito Righini – non se la può cavare con il suo solito: ‘Ma anche no’ a posteriori“. Per Righini, infatti, “i casi sono due”. Zingaretti o ha dimenticato cosa la Regione può e non può fare, magari perché troppo preso dalle beghe interne sia al Pd sia al governo; o “è stato colto dall’ennesimo accesso di presunzione” arrivando ad andare “oltre i limiti istituzionali”.
Il caso del vaccino anti influenzale non finisce qui
“La patetica retromarcia con la scusa della provocazione è un’offesa alla cittadinanza“, ha quindi aggiunto Righini. “Agiremo presso tutti gli organismi competenti e presenteremo un’interrogazione al Consiglio Regionale – ha ribadito – per conoscere quali azioni intendano intraprendere al fine di chiarire le reali circostanze di questo spreco di denaro pubblico“.