Travaglio difende il Reddito di cittadinanza: «Chi vuole abolirlo fa come Angiolina Jolie con il seno»

2 Ott 2020 9:54 - di Marta Lima

Marco Travaglio, direttore del “Fatto Contiano”, ormai vero e proprio house organ del governo, oggi si esercita nella improba impresa di difendere contemporaneamente il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, per il raddoppio dello stipendio, e il Reddito di cittadinanza, naufragato ormai nelle disastrose cifre di un fallimento annunciato. Travaglio inizia il suo editoriale, dal titolo “Reddito di demenza“, con la solita filippica contro quello che non la pensano come lui, ovviamente dementi, pazzi, ladri…

Travaglio e il meraviglioso Reddito di cittadinanza

“Solo un esperto in patologie mentali potrà tentare di spiegare il dibattito pubblico del nostro manicomio quotidiano. Appena sopita, per manifesta demenzialità, la polemica sullo stipendio del presidente dell’Inps, che guadagnava un quarto di decine di suoi dirigenti e ora va a
prendere poco più della metà, s’è riaccesa quella sul Reddito di cittadinanza, che dà da mangiare a 3 milioni di persone alla fame più
alcune migliaia di ladri e truffatori che risultano sul lastrico e invece guadagnano benissimo in nero e aggiungono pure i 500 euro al
mese del Rdc ai loro introiti clandestini…”.

Angiolina Jolie e il cancro al seno da non estirpare

Marco Travaglio, nel suo lungo editoriale sul “Fatto“, sviluppa la solita tesi secondo cui siccome rubano tutti, in Italia, non si capisce perché ci si accanisca sui poverini che ottengono, spesso senza averne diritto, il sussidio di Stato da lui tanto amato. “Gli sportelli bancari sono spesso teatro di rapine a mano armata: chiudiamoli tutti, così i rapinatori imparano”.

Il giornalista si spinge fino a un paragone scabroso, tra il reddito di cittadinanza e il cancro al seno.

“Alla fine, quando avremo abolito tutto, con la stessa logica di Angelina Jolie che si amputa i seni per fregare il cancro alla mammella, ci accorgeremo che il problema non sono questa o quella norma: siamo noi italiani, popolo più avvezzo di altri all’illegalità per la certezza dell’impunità. E a quel punto avremo due strade: o combattere finalmente l’illegalità e l’impunità; o abolire l’Italia”, conclude Travaglio. Sempre più aggrappato alla deriva politica di un governo spaccato che spesso non la pensa neanche come il suo principale sostenitore.

Quando Travaglio mise alle stratte (si fa per dire…) Giuseppe Conte

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