Morto di Covid il giornalista Pino Scaccia, inviato di guerra e in trincea contro mafia e Br
E’ morto per le conseguenze del Coronavirus all’età di 74 anni il giornalista Pino Scaccia, grande inviato della Rai. “Di sicuro una grande perdita per tutta la professione”, scrive in una nota il direttivo dell’Usigrai, definendo il giornalista “un cronista di razza. Un inviato che ha dato lustro al Tg1, alla Rai, interpretando nella professione i valori del Servizio Pubblico”, e aggiungendo: “A nome delle giornaliste e dei giornalisti della Rai un abbraccio a tutta la famiglia e a chi gli ha voluto bene”. Il nome di Scaccia, ricorda l’Usigrai, è legato a tutti i principali eventi internazionali degli ultimi 40 anni: ha seguito come inviato dalla prima Guerra nel Golfo alla fine dell’Unione Sovietica, dal conflitto della ex jugoslavia all’Iraq, l’Afghanistan, la Libia. Scaccia è stato in prima linea anche su temi italiani, dalla mafia al terrorismo (video).
Pino Scaccia e il suo impegno sul fronte iracheno
Scaccia ha seguito passaggi importanti della recente storia mondiale, portando gli spettatori italiani sui fronti della prima guerra del Golfo, del conflitto serbo-croato, della rivolta libica; nel cuore di processi storici come la disgregazione dell’ex Unione Sovietica fino alla crisi in Afghanistan; al centro realtà drammatiche come il dopoguerra in Iraq, dove è stato l’ultimo compagno di viaggio del collega Enzo Baldoni, rapito nell’agosto 2004 e poi ucciso.
Mafia e terrorismo tra le sue priorità