“Sogno finito”. Il lockdown di Conte fa chiudere anche la locanda gestita dai ragazzi down
“CHIUSO fino a nuovo ordine. È inutile stare qui ad elencare i motivi e le leggi che non ci permettono di proseguire il nostro percorso.. Il nostro SOGNO”. E’ rassegnato, doloroso, tristissimo l’ultimo post scritto sulla bacheca Fb della Locanda dei Girasoli, una trattoria romana gestita da un gruppo di chef e camerieri disabili. Un luogo di pace, di solidarietà, ma anche di ottima cucina, che oggi annuncia di chiudere i battenti a causa del lockdown deciso dal governo Conte.
La civile protesta dei cuochi down
I ragazzi scrivono un post che vuole essere “Un messaggio di speranza, fratellanza e solidarietà”, più che di protesta. “Perché in fondo è questo quello che siamo.. quello per cui abbiamo sempre lottato e per cui ci siamo rialzati ogni volta che siamo inciampati. “Arrivederci” “a presto” “alla prossima”. Perché tutto questo dovrà finire prima o poi.Dobbiamo credere di poter tornare a gioire e sorridere nuovamente nella nostra splendida Locanda insieme a tutti voi. NOI CI CREDIAMO e quindi..”. Quindi i ragazzi danno appuntamento a tutti al più presto possibile, ammesso che riusciranno a rimettere in piedi la locanda.
La difficoltà di andare avanti senza aiuti
In una intervista a Repubblica Roma, i gestori del locale spiegano i motivi della difficoltà di andare avanti con gli orari stabiliti ieri dal governo. “Il nuovo Dpcm è stato per noi il colpo finale, dopo un’annata andata avanti a singhiozzo, chiudiamo i battenti”, spiega Enzo Rimicci presidente della Locanda che, considera ingiustificati i nuovi provvedimenti del governo.
“”I fatturati erano troppo bassi – spiega – i clienti affezionati, un po’ intimoriti dal virus, ma anche dal diffuso allarmismo, hanno evitato di venirci trovare. Ci siamo muniti di termometro, mascherine, gel disinfettante e di tutti i dispositivi richiesti. Eppure, la crisi economica ha incalzato giorno dopo giorno. Noi apriamo solo la sera e ciò ha significato per noi una morte annunciata”.
Il futuro dei quattordici ragazzi down, più altri sette dipendenti tra tutor e camerieri, è adesso tutto da scrivere…