Ferruccio Sansa positivo al Covid racconta la sua odissea e demolisce la app Immuni
Ferruccio Sansa, ex candidato del centrosinistra alla regione Liguria, racconta sui social “il covid visto dal letto“. E comincia dall’inizio: da quando il figlio è risultato positivo al tampone.
Ferruccio Sansa accusa: “Alla fine per avvertire i miei contatti ho dovuto fare un post su Facebook. Altro che Immuni. Altro che tracciamento. Vi promettono che tracciano i contatti dei malati: balle. Vi raccontano che useranno Immuni: fantascienza. Vi dicono che vi seguiranno mentre siete malati a casa: aspetta e spera”.
La febbre del figlio 15enne
“Allora – racconta – venerdì scorso mio figlio di 15 anni ha la febbre. Nessun sintomo tipico, ha preso freddo in piscina ma decido di tenerlo a casa da scuola. E di tenere a casa anche i due fratelli più piccoli perché non voglio infettare nessuno. Non si sa mai. Sabato gli facciamo il tampone anche se siamo certi che non sia niente. E invece lunedì arriva la risposta: è covid. Martedì, questo ha funzionato, la ASL ci convoca per il tampone in auto. Noi e i nonni. La persona che ci telefona -prosegue- non fa nessun tracciamento di nostro figlio e nemmeno dei nostri contatti. Chiede soltanto che scuola fanno. Nessuna domanda sulle palestre che frequentiamo, il calcio, gli scout. Zero. Per fortuna ci abbiamo pensato noi ad avvertire subito tutti. Chiediamo se possiamo comunicare i dati di Immuni visto che la abbiamo scaricata tutti (genitori e figli). Risposta: “Immuni? non sappiamo cosa bisogna farne“.
Ferruccio Sansa: la Asl scompare
“Da allora comincia il vuoto. La ASL scompare. Non richiama più. Non risponde alle telefonate. Arriva l’esito di alcuni degli esami: io risulto negativo ma ho 38 di febbre da giorni. Non sento più gli odori, respiro male e ho le ossa rotte. Mia moglie ha avuto la febbre per giorni, ferma a letto spossata. L’olfatto azzerato. Ha il covid? I sintomi ci sono ma dopo quattro giorni attende ancora l’esito del tampone. Non sa cosa rispondere a chi la conosce. Impossibile anche solo tentare una quarantena familiare così, senza sapere chi isolare. Dei due figli piccoli uno era negativo, l’altro chissà. Non si sa più nulla del tampone. Il medico di famiglia, l’unico che risponde dalla trincea delle vaccinazioni Anti influenzali, consiglia di prendere antibiotici per evitare complicazioni”.
Il numero verde della Regione non esiste più
“Provo a chiedere a un laboratorio privato se è possibile rifare tampone a mie spese. Risposta: il 16 ottobre. Ma per quella data saremo tutti guariti oppure… meglio non domandarselo. Intanto stamattina i sintomi persistono. Un amico medico -prosegue Sansa- consiglia di accelerare con la terapia. ‘Sono cinque giorni che hai sintomi, sono le ore decisive, dice, per una reazione positiva. Comincia il cortisone’. Ma c’è anche chi suggerisce di ‘andare in ospedale per una lastra o una tac perché non si deve perdere tempo’. Ma tanto per cominciare servono tamponi. Per me e per i miei familiari. Per tutelare la salute loro e delle persone che hanno incontrato. I parenti, gli amici, i compagni. Che fare? Non voglio pigliare scorciatoie. Voglio seguire il percorso di un cittadino qualsiasi. Allora chiamo la ASL. Una, dieci, venti volte. Il centro covid non risponde. Il centralino allarga le braccia: ‘Mi spiace, è un disastro'”.
Toti pensa ai tamponi rapidi presso i medici di famiglia
Il presidente della Liguria Giovanni Toti venerdì aveva annunciato che la prossima settimana “in Liguria inizieranno i tavoli tecnici di Alisa per coinvolgere i medici di famiglia nell’esecuzione dei tamponi rapidi” per individuare la positività al covid-19. L’obiettivo della Regione Liguria attraverso il coinvolgimento dei medici di famiglia è «ottenere un vantaggio notevole nella gestione territoriale della pandemia e alleggerire gli uffici di prevenzione».
E Toti sollecita il governo: «Come governatore siamo tornati a chiedere al ministro della Salute che i test antigenici rapidi siano sdoganati definitivamente come test clinico diagnostico, perché altrimenti continuiamo a fare delle situazioni di doppio tamponi, che non sono a nostro avviso giustificate e affaticano l’intero sistema».