Suarez, la Federazione calcio apre un’inchiesta sul test truccato. E il legale del rettore si autoassolve

23 Set 2020 13:33 - di Eugenio Battisti

Si gonfia il caso Suarez dopo le intercettazioni sul suo esame universitario  “pilotato”. La procura federale della Figc ha aperto un’inchiesta sul test di italiano sostenuto dal calciatore uruguayano per ottenere la cittadinanza italiana. Che al momento non è indagato. Il numero uno della procura, Giuseppe Chiné, ha chiesto anche gli atti dell’indagine alla magistratura ordinaria di Perugia, dove si è svolto l’esame.

Suarez, la Figc apre un’inchiesta sull’esame

L’inchiesta poggia sull’articolo 1 dello statuto della Figc. Che prevede che tutti i tesserati e gli affiliati debbano osservare i principi di lealtà, probità e sportività. Secondo i canoni della correttezza. È un principio cardine di tutti gli sport, esiste in tutti gli statuti. Quando la procura federale vede che in una indagine penale ci possono essere risvolti che toccano affiliati o tesserati, apre l’indagine. Al setaccio anche il club bianconero. Si dovrà anche verificare se da parte della Juventus ci sia stato un comportamento configurato come illecito sportivo.

Il legale del rettore: tutto regolare

Si autoassolve, intanto, David Brunelli, legale del Rettore dell’Università per stranieri di Perugia. Che insiste sulla regolarità del test dell’attaccante del Barcellona.  Nessun favoritismo. “Quando nell’intercettazione dicevo che il calciatore doveva essere sul binario – racconta a La Stampa –  mi riferivo al percorso formativo. Non a una scorciatoia per essere istruito a rispondere alle domande”. Difficile credergli. Nelle intercettazioni Rocca dice che hanno ‘stradato bene’ Suarez. Facendogli ‘memorizzare le varie parti dell’esame’. E la professoressa risponde che ‘deve essere su quel binario’. “Devo ancora esaminare tutte le carte dell’inchiesta – risponde l’avvocato.  Ma lei ci ha tenuto a precisare che quella frase del binario, diffusa dai mass media, non è stata capita”. Nel mirino il termine ‘binario’ che i docenti giurando si riferisse all’iter del corso di studio degli stranieri. La mia assistita nega a qualsiasi illecito: il test si è svolto nel rispetto delle norme”.

Le intercettazioni: non spiccica una parola di italiano

Eppure le prove, gli atti e le intercettazioni acquisite dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Perugia inchiodano i docenti. E testimonierebbero una autentica truffa.  “Non spiccica una parola, non coniuga i verbi e parla all’infinito”. A dirlo è Stefania Spina, incaricata della preparazione del calciatore in vista dell’esame, intercettata dalla procura del capoluogo umbro. “Ma te pare che lo bocciamo”, aggiunge con un non meglio identificato interlocutore.

Il Comune di Perugia: si faccia chiarezza

Il Comune di Perugia ha deciso di prendere posizione sul caso che ha creato caos e indignazione: “In relazione alle notizie che vedono coinvolta una delle istituzioni culturali più importanti di Perugia, l’amministrazione comunale auspica che venga al più presto fatta chiarezza. Perché non permangano ombre sulla correttezza e trasparenza delle procedure adottate. Confidiamo che si torni quanto prima a parlare di questa nostra antica e prestigiosa istituzione, per quell’attività di insegnamento, ricerca e diffusione della lingua e della civiltà italiana, che da sempre rappresenta un lustro per la nostra città nel mondo”.

Salvini: che squallore. Chi ha sbagliato, paghi

Il caso Suarez è “uno squallore che non merita di inquinare l’immagine delle università italiane, che sono le migliori al mondo”. E’ il duro commento di Matteo Salvini. “Se qualcuno ha sbagliato paghi, se ha truccato un esame deve pagare. Essere licenziato in tronco. Se sei un calciatore e guadagni 10milioni all’anno  – continua il leader della Lega – non hai il diritto di passare avanti e truccare un esame”. Sul coinvolgimento della Juventus? Da milanista mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Se qualcuno era al corrente o ha pagato per truccare è un reato, comprare il test di italiano è un reato. Mi auguro ci sia una condanna per un reato vero”

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