Meloni: “Il M5S è ai minimi termini, non pensi di nascondere la debacle col referendum”

22 Set 2020 11:20 - di Sveva Ferri
meloni m5s

La soddisfazione per l’esito delle regionali, che hanno confermato FdI come unico partito che cresce in tutte le regioni, Giorgia Meloni l’ha affidata a un post su Facebook, dopo averla già manifestata nella serata di ieri. “Buongiorno Italia”, ha scritto la leader di FdI, affiancando il saluto con un tricolore e postando una locandina che la vede fare sorridente il segno della vittoria. Epperò, la leader della destra non ha mancato anche un’analisi approfondita, articolata, di quello che gli italiani hanno espresso con il loro voto, tanto alle regionali, quanto al referendum. “Il disallineamento tra questo Parlamento, anche numericamente dopo il referendum, e le forze che ne fanno parte è sempre più evidente”, ha detto in una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale Meloni ha lanciato anche un avvertimento al M5S.

FdI è l’unico partito che cresce in tutte le Regioni

”FdI è l’unico partito che è cresciuto in tutte le regioni al voto. Siamo passati dal 6% al 19% nelle Marche, in Liguria raddoppiamo, in Toscana siamo al 14% dal 5%, in Puglia noi più la lista Fitto siamo al 20%. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva per contribuire a grandi risultati. Il centrodestra governa in 15 regioni su 20, abbiamo vinto due collegi delle suppletive e uno con un nostro candidato. Contro tutto e tutti”, ha ricordato Meloni al Corriere, per la quale è “stata fatta una narrazione fuori dalla realtà“.

“Una narrazione fuori dalla realtà”

“Su sei Regioni al voto, quattro vedevano la ricandidatura di governatori uscenti. E tutti e quattro, anche per quello che è stato il fenomeno della gestione dell’emergenza Covid, sono stati riconfermati”, ha ricordato Meloni, che comunque non ha nascosto che “saremmo stati più felici di vincere anche in Toscana e in Puglia”. “Abbiamo dovuto combattere contro tutto, con le sfilate del governo che andava a promettere i soldi del Recovery fund se si fosse ‘votato bene’, mentre in Puglia si mandavano volantini ai malati oncologici e si assumevano persone a tre giorni dal voto…. È stata una battaglia durissima”, ha aggiunto Meloni, rivendicando che FdI ha fatto “il massimo possibile” per contribuire all’affermazione del centrodestra. Valutazioni interne alla coalizione? “Le faremo quando avremo gli elementi, ma io – ha avvertito Meloni – non sono certo il tipo di persona che si mette a dare la colpa agli altri per i risultati ottenuti”.

Meloni: “Il M5S si sta riducendo ai minimi termini”

Intanto c’è il risultato delle Marche, pieno, inequivocabile e, a suo modo, storico. “Abbiamo vinto in una regione roccaforte della sinistra grazie alla guida di Fratelli d’Italia e al centrodestra, una Regione mai governata da noi, un risultato impensabile fino a pochi mesi fa”, ha sottolineato Meloni, tracciando quindi un quadro complessivo dell’esito del voto. “La maggioranza ha perso un’altra Regione, il M5S si sta riducendo ai minimi termini, il loro vantaggio anche dove hanno vinto è sempre più ridotto. La sinistra ha giocato sulla paura di perdere la Toscana come aveva fatto con l’Emilia-Romagna per far passare come una vittoria l’essersi riconfermata in territori per loro roccaforti storiche. Un giochetto che dura poco però”.

L’avvertimento al M5S: già le mani dal referendum

E nell’analisi del voto non può non rientrare anche l’esito del referendum. ”La vittoria del Sì ci rende soddisfatti, ma – ha avvertito Meloni – non si azzardino nel M5S a politicizzare a loro vantaggio questo voto. Fosse stato per noi non si sarebbe nemmeno fatto, nessuno dei nostri ha sostenuto con la sua firma la richiesta di referendum. Lo hanno voluto loro – ha sottolineato Meloni – per nascondere la débâcle del M5S alle Regionali, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Perché pur di andare contro il governo, moltissimi hanno votato No. Così il No, che sulla carta avrebbe preso più o meno il 5%, ha raggiunto un risultato clamoroso”.

Meloni: “Il Parlamento non rispecchia la volontà popolare”

Quanto all’ipotesi di voto anticipato, la leader di FdI ha ricordato che ”è sempre più evidente il disallineamento tra questo Parlamento, anche numericamente dopo il referendum, e le forze che ne fanno parte. Non rispetta più la volontà popolare. Ed è vero che il taglio del numero dei parlamentari andrà completato con una riforma costituzionale più ampia. Ma non possono essere questa Camera e questo Senato a portarla a termine. Come riformare lo Stato dovrà essere uno dei temi della campagna elettorale insieme ad altri importantissimi per il nostro futuro. E noi di Fratelli d’Italia – ha chiarito – ci batteremo per il presidenzialismo. Che è l’unico che dà garanzie democratiche, di stabilità ed efficienza al massimo livello”.

Lo stupore per il silenzio del Quirinale

“Quello che non mi aspetto – ha poi aggiunto – è che, il giorno del voto, possano uscire ricostruzioni giornalistiche secondo le quali il capo dello Stato non avrebbe sciolto le Camere nemmeno se avessimo vinto in tutte le regioni. È una cosa che mi ha molto stupito, sia nel merito, perché significherebbe ignorare la volontà popolare, sia nel metodo perché certe cose possono pesare a urne aperte. Aspettavo una smentita del Quirinale, sono stupita che non sia arrivata”. “La nostra proposta è facile e – ha spiegato Meloni – di rapida approvazione. Non si devono ridisegnare tutti i collegi elettorali. Basta mantenere gli attuali collegi e diminuire la quota proporzionale sulla base dei nuovi numeri. In pratica, cambierebbe la proporzione tra eletti con il maggioritario ed eletti con il proporzionale a favore dei primi. Ci si mette poco e – ha concluso Meloni – non si stravolge il sistema in senso antistorico”.

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