Il governo dà certezze solo ai migranti (sotto tutti i punti di vista). Tanto, a pagare sono gli italiani

1 Set 2020 17:53 - di Fabio Silvestri
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Il 2020 sarà ricordato, come l’anno degli stravolgimenti. Non solo a causa del Covid, ma anche per tutte le abitudini e le metamorfosi , gli usi e i costumi che necessariamente saranno cambiati. Come tutte le rivoluzioni, ci sarà un prima e un dopo. Questo accadde nel 2001 con il terrorismo, ma andando indietro nel tempo, ci sono altre tappe che hanno cambiato la nostra vita, magari in alcuni settori e non in altri. Sicuramente un profondo cambiamento è stato reso possibile da situazioni, se non irreversibili, sicuramente incisive nella vita di tutti. Oggi come ieri, dobbiamo fare i conti con situazioni  nuove e ancora indecifrabili o quantomeno imprevedibili. L’economia, la scuola, il turismo, la mobilità negli  spostamenti, la socialità sono tutte variabili che incidono notevolmente nella vita dei singoli. Non trovano però un riscontro credibile nell’azione di questo governo.

Il governo non ha né visione né strategia

Manca una visione di lungo termine e anche una a breve, manca una strategia. Si vive molto alla giornata, non potendo prevedere neanche se  il 14 settembre riapriranno le scuole. Tutto ciò avrà un chiaro impatto sulle famiglie, ma anche  sull’istruzione, sull’educazione e sui comportamenti dei nostri giovani. Non vogliamo a tutti i costi criticare  questo governo, ma credo che nessuno, in nessun campo, possa oggi dire cosa accadrà tra 15 giorni, non  tra un anno. Paradossalmente, potrebbero servire anche decisioni sbagliate, ma chiare e precise. Invece qui tutti navighiamo a vista: le famiglie, i lavoratori, gli imprenditori, gli studenti, i docenti. L’unica certezza è  la quantità infinita di sbarchi che si verificano e si verificheranno.

L’Italia è un porto franco per i reati

A nulla servirà la protesta di Lampedusa, a nulla servirà la protesta degli italiani. Chi è al governo ha deciso, con il placet  dell’Europa, che gli italiani devono lasciare l’Italia per fare spazio ad altri. Non voglio parlare di bianchi o  neri, altrimenti ci dicono che siamo razzisti. È bene parlare di italiani e stranieri. L’italiano che va all’estero, anche il più incallito trasgressore, si preoccupa di non apparire “straniero“. Cerca di rispettare le  leggi , non fosse altro per il timore di apparire diverso. Ed è pur vero che se un italiano sbaglia in terra straniera, viene immediatamente punito ed etichettato. Non si capisce bene il perché, in Italia, c’è una  sorta di porto franco per i reati. Lo stesso reato appare diverso se compiuto da un italiano o da uno  straniero, pur essendoci una sorta di impunità collettiva.

Le ricette della sinistra sono un fallimento

In questo atteggiamento dei governi di sinistra,  bisogna tuttavia ricercare una ratio, per quanto non condivisibile. C’è sicuramente una ragione, che ai più può sembrare assurda, ma che una sua logica la ha. Se consideriamo che dal 2011 ha governato pressoché continuamente la sinistra, senza peraltro mai vincere un turno elettorale, vuol dire allora che le ricette di questi illuminati di sinistra sono quantomeno fallaci .Infatti i grandi temi sono ancora irrisolti, anzi i problemi si sono accentuati.

Il governo, i capotribù e il popolo

La verità, a  parer mio è un’altra. Viviamo sotto un nuovo ordine mondiale che si è affermato e arricchito in tempi di  globalizzazione. Motivo per il quale, tutti coloro che non sono organici devono essere demonizzati, in primis  sovranisti e nazionalisti. Il nuovo boom demografico riguarda , adesso, come nel prossimo futuro, il  continente africano, laddove cinesi e francesi si stanno arricchendo. Ovviamente questa massa enorme, non qualificata e se vogliamo disperata, dove può essere collocata senza creare problemi a chi comanda il  mondo? In Italia, dove gli utili idioti (gli italiani) devono accontenarsi di qualche spicciolo dell’Europa per accollarsi il problema sociale, allora ecco che il ricatto dello spread, la nomina di qualche capotribù  (Presidente del Consiglio e Ministri ) e il drenaggio di risorse economiche (le nostre più grandi aziende  acquistate o trasferite all’estero) con l’aiuto di una classe politica impreparata ed ignorante, ci mette nelle condizioni di diventare un protettorato. È auspicabile una presa di coscienza del popolo.

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