Regionali, l’odore di sconfitta fa delirare il Pd: “Il governo non rischia, siamo già spaccati”
Non solo i sondaggi. A confermare che il centrodestra si prepara a uscire vincitore dalle prossime elezioni regionali c’è anche la stessa sinistra. Il refrain che risuona da quelle parti, infatti, ormai è sempre lo stesso: il voto del 20 e 21 settembre – sostengono – non è un test per il governo. Insomma a Palazzo Chigi e dintorni mettono le mani avanti, evidentemente ben consapevoli della debacle che si prospetta.
Boccia mette le mani avanti
L’ultimo in ordine di tempo è stato il ministro Francesco Boccia, che ad Agorà ha detto che le regionali non posso essere messe in relazione alla tenuta del governo “perché M5s e Iv non hanno avuto il coraggio di allearsi con il Pd“. “Il governo non è rappresentato, al punto che in alcune regioni siamo addirittura avversari politici. Non vedo – ha sottolineato l’esponente Pd – come si possa costruire un legame tra i risultati delle regioni, dove il centrodestra si presenta unito, e l’alleanza di governo che non è unita“.
L’attacco a M5S e renziani
Non solo. Boccia ha anche puntato l’indice contro gli alleati. “Il Pd – ha detto – ha tenuto unito il centrosinistra ma, soprattutto al M5s, è mancato il coraggio di fare un’alleanza, in sei regioni su sette. Noi, come ha giustamente detto oggi il segretario Nicola Zingaretti, crediamo a questa alleanza che è l’unica credibile alternativa ai sovranisti, ai fili spinati, a chi vuole distruggere l’Europa. Chi non vota Pd e centrosinistra, inevitabilmente rafforza il centrodestra. Mi dispiace per Italia viva e M5s – ha accusato Bocci – ma non c’è una terza via”.
I sondaggi sulle regionali fanno tremare Pd & co
A ben vedere si tratta di argomentazioni davvero bislacche per rassicurare sulla stabilità di un esecutivo, ma tant’è. E, d’altra parte, con i sondaggi che prefigurano un possibile cappotto, alla sinistra non resta che attaccarsi a tutto pur di rimanere attaccata (almeno) alla poltrona nazionale.