Il sondaggio Tecné per le regionali: centrodestra in netto vantaggio, Pd e M5S temono il cappotto

1 Set 2020 11:28 - di Ginevra Sorrentino
Il sondaggio Tecné sulle regionali dà il centrodestra in vantaggio foto Ansa

Regionali, il sondaggio Tecné per Quarta Repubblica parla chiaro: il centrodestra è in vantaggio. Di più: c’è odore di ribaltone al prossimo round elettorale: Salvini, Meloni e Bewrlusconi sono pronti a vincere 4-2. Nicola Porro ritorna alla grande. Ieri nel programma che il giornalista conduce con successo su Rete 4, tra coronavirus, emergenza migranti e scuola, all’angolo con le orecchie da asino finisce sempre il governo. Un quadro disastroso, quello emerge nella trasmissione, a cui il conduttore piazza il colpo di grazia con l’aggiornamento sui sondaggi in vista dell’imminente appuntamento con le urne. Stando a quanto annunciato ieri in diretta tv, infatti, i sondaggi Tecnè per Quarta Repubblica sulle regionali del 20 e 21 settembre lascerebbero poco margine agli indecisi. E pur nell’incertezza delle previsioni demoscopiche, tratteggiano una situazione di vantaggio per il centrodestra che dovrebbe almeno impensierire la squadra di governo…

Sondaggio regionali, il centrodestra può strappare 4 presidi alla sinistra

Già. Perché stando alle intenzioni di voto stilate nell’indagine Tecné, il centrodestra sarebbe in vantaggio rispetto agli avversari 4-2. Con concrete possibilità di strappare addirittura un netto 5-1. Ma, come la matematica insegna, anche cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. E infatti, in entrambe i casi, il risultato si tradurrebbe comunque in una sonora lezione alla maggioranza. O, come ripete spesso il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un sonante “avviso di sfratto” al governo giallo-rosso…

Zaia presidia il Veneto, testa a testa in Puglia

Entrando nel merito del sondaggio in esame, dunque, l’avvicendamento al vertice sembra più difficile, ma non impossibile, in Campania. De Luca è dato tra il 45 e il 49%, incalzato comunque dal forzista Stefano Caldoro (33-37%) che non lolla la presa. Nel resto delle regioni, invece, a parte il sicuro presidio leghista del Veneto, alla cui guida si conferma l’acclamato Luca Zaia (senza rivali, al 70%), tra le righe del sondaggio troviamo anche un’ipotesi di bis in Liguria. I numeri per l’uscente Giovanni Toti, infatti, delineano chiaramente l’ipotesi di una conferma tra il 53 e il 57%, con il giallorosso Sansa fermo tra 36 e 40%. In altri casi, infine, nella più rosea delle previsioni, sta per verificarsi lo scenario di un avvincente testa a testa. Come in Puglia, dove Raffaele Fitto si attesta secondo l’indagine Tecné tra 39 e 43%, con il governatore uscente Michele Emiliano tra il 36 e il 40%. Un caso in cui, le scelte fin qui portate avanti da M5S e Renzi, già sanno di flop

Toscana, il ring caldo dell’agone elettorale

Infine veniamo alla Toscana, altro centro caldo dell’agone elettorale. Dopo decenni di dominio incontrastato del centrosinistra, alle regionali si profila una competizione aperta come lo fu a gennaio di questo anno in Emilia-Romagna. È quanto sostiene un altro sondaggio, in questo caso il Winpoll-Cise realiazzato per il Sole 24 Ore, che registra una sostanziale parità tra il candidato di centrosinistra Eugenio Giani (con il 43,0%) e la candidata di centrodestra Susanna Ceccardi (con il 42,5%). Come in Emilia-Romagna il primo è esponente del Pd e la seconda della Lega. «Molto distaccati», secondo il sondaggio riportato dal quotidiano economico «ci sono la candidata del M5s Irene Galletti, che ottiene l’8,3%, e altri candidati minori cui è attribuito il 6,2% complessivamente».

Il caso Ceccardi: il risultato dipende da diversi fattori

Secondo il Sole 24 ore, sui risultati del sondaggio, pesano l’avanzata della Lega e una visibilità non proprio dirompente di Giani. «Infatti la differenza tra i voti a lui come candidato presidente e quelli della sua coalizione è di appena +1,4 punti (43% contro il 41,6%) – sottolinea il giornale sul report –. Su questo piano il risultato della Ceccardi non può essere dato per certo. Peraltro alla competitor del Carroccio viene attribuito un 42,5% contro il 43,8% delle sue liste. E questo potrebbe alludere al fatto che la sua competitività potrebbe dipendere maggiormente in quanto in quota forza leghista. E, non ultimo, dalla continua crescita di Fratelli d’Italia…

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