Covid, il virologo Pregliasco mette in guardia: «Attenti ai bancomat e ai distributori di bevande»

6 Set 2020 8:41 - di Liliana Giobbi
virologo Pregliasco

«C’è molta attenzione sull’importanza delle mascherine. Ma mi sembra si ponga meno enfasi sul ruolo anti-Covid del lavaggio delle mani. In particolare, dopo aver toccato i tasti del bancomat, quelli dei distributori di bibite e le pulsantiere degli ascensori». Lo sottolinea all’Adnkronos Salute il virologo dell’Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco. «Bene dunque la mascherina, ma dopo aver toccato queste superfici ricordiamo sempre di lavare o igienizzare le mani».

Il virologo Pregliasco su test e virus morto 

I numeri della pandemia di Covid-19 potrebbero essere sovrastimati, perché i test rilevano anche virus morto. «È possibile e se ne discute, perché l’indagine molecolare in effetti vede le sequenze genetiche e non il virus vivo. Ma adesso è giusto considerare i risultati positivi e comportarsi di conseguenza, in termini precauzionali», continua il virologo. Dunque i test potrebbero dare falsi positivi, in cui le tracce di vecchie infezioni non si traducono in presenza di virus vivo e capace di infettare altri.

«Agire in modo razionale e massiccio»

«Ma adesso è giusto fare i test e farli in modo razionale e massiccio», puntualizza il virologo Pregliasco. Questo, «per ostacolare il cammino del virus nel nostro Paese e contrastarne la diffusione. Però si tratta di un tema che merita un approfondimento: la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha detto che dopo 10 giorni dall’insorgenza più 3 senza sintomi non si è più positivi».

Pregliasco: i limiti dei modelli matematici

Il dicembre mortale? «I modelli matematici hanno dei limiti: dipendono dalle variabili adottate. Ma sono utili per avere degli scenari in base ai quali attrezzarci, pianificando gli interventi necessari. Si tratta», ribadisce Pregliasco, «di previsioni che hanno dei limiti. Ma ci invitano ad attrezzarci per l’inverno. Dovremo poter gestire una situazione che non sarà quella di una seconda ondata, a mio parere. Ma che vedrà un aumento della circolazione del virus, legato alla ripresa delle attività. Insomma, questi modelli e questi scenari sono utili per simulazioni e interventi mirati per attrezzare gli ospedali e la sanità territoriale».

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