Covid, contagi in lieve calo. 187 malati in terapia intensiva. Riprende la sperimentazione del vaccino
Sono 1501 i contagi nelle ultime 24 ore e sei i decessi (ieri ne sono stati registrati 10). I tamponi effettuati sono stati 92mila e settecento. 187 i ricoveri in terapia intensiva (+ sette dalla giornata di ieri). Nessuna regione è a zero contagi. E’ stazionaria la situazione in Italia mentre si attende con ansia la riapertura delle scuole per verificare se il virus farà più danni di quelli dei mesi estivi.
Buone notizie per il vaccino: riprende la sperimentazione
Buone notizie sul fronte vaccini: l’università di Oxford riprende il trial clinico del vaccino sviluppato insieme all’azienda AstraZenca, stoppato nei giorni scorsi per la comparsa di una seria reazione avversa in un partecipante alla sperimentazione.
L’indagine del Comitato indipendente si è conclusa e, dunque, seguendo le raccomandazioni degli esperti e della Medicines Health Regulatory Authority (Mhra), l’ente regolatorio britannico che ha dato l’ok non rilevando problemi di sicurezza, i trial clinici ricominceranno in tutto il Paese, annuncia l’università di Oxford in comunicato. Circa 18 mila volontari hanno ricevuto la somministrazione del vaccino.
Il commento di Burioni
Il virologo dell’Università San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, in un post su Facebook ha ricostruito cosa può aver portato alla ripresa, in tempi rapidi, del trial clinico sospeso il 6 settembre per un grave effetto collaterale in un partecipante allo studio. “Quando accade una cosa di questo genere, semplificando al massimo, si riunisce un comitato di valutazione indipendente che prende in considerazioni tutti i dati e decide se l’effetto collaterale può essere dovuto al vaccino oppure no. In questo caso – spiega Burioni – possiamo immaginare che questo comitato abbia ritenuto che l’effetto collaterale non è dovuto al vaccino, oppure che la sua entità sia stata molto più lieve di quanto filtrato attraverso la stampa”.
“Purtroppo non abbiamo nessun dato ufficiale – prosegue – se non gli scarni comunicati delle case farmaceutiche; non sappiamo niente di certo neanche riguardo ai disturbi accusati dal paziente, della loro gravità, dell’andamento clinico. Ricordiamo tuttavia che in questi comitati siedono medici con una grande reputazione e non sono disposti a metterla in gioco, per cui io tenderei a fidarmi. Incrociamo le dita e speriamo che non ci siano altri intoppi. Intanto stiamo attenti, distanza e mascherina”.