Strage di Bologna, dopo 40 anni si cerca ancora la verità. Mollicone: «Basta col fantasy giudiziario»
Quarant’anni dalla strage di Bologna, da quelle immagini terribili, devastazione e morte. Un attentato che ha segnato la storia d’Italia. Ma è la verità che manca. Quella verità che in molti sono certi non sia quella venuta fuori sin dal primo istante. La tesi della bomba fascista non convince. Anzi, dopo ciò che è emerso, non regge. Così come molti, troppi dubbi ci sono sulla colpevolezza di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. La giustizia attende di fare luce, vera luce, su quanto accaduto alle 10.25 del 2 agosto 1980. Cioè quando, in un torrido sabato di esodo verso le vacanze, una valigia piena di tritolo esplose nella sala d’aspetto della seconda classe della stazione di Bologna. A terra rimasero 85 morti e 200 feriti.
Mollicone e la verità oltre il segreto
«L’inchiesta della Procura Generale sui cosiddetti mandanti della strage di Bologna ha qualche fondamento? No, sembra un fantasy giudiziario». Lo afferma il fondatore dell’Intergruppo “La verità oltre il segreto”, il deputato Federico Mollicone.
«Basta con ricostruzioni simili ai film d’azione»
«Ci risulta, inoltre, aveva evitato di procedere per insussistenza. Fino ad oggi abbiamo letto soltanto ricostruzioni più simili a sceneggiature di un film d’azione. Sarà pertanto opportuno, in assenza di un qualsivoglia riscontro oggettivo, procedere contro tutti coloro a vario titolo hanno contribuito a creare l’ennesimo teorema finalizzato all’occultamento della verità».
Strage di Bologna, sciogliere tutti i nodi
«Lo scoop di Bianconi sul Corriere apre un doppio interrogativo su Bellini. Se era lui, lavorava per lo Stato? Se non era lui, chi è autore del depistaggio? Abbiamo presentato un’interpellanza», aggiunge, «anche per chiarire questi aspetti oscuri della strage di Bologna. In particolare per chiedere chiarezza sulla vicenda del giudice Gentile e degli inquietanti rapporti con il capo delle operazioni palestinesi in Italia Abu Saleh, tramite delle ispezioni, e la revisione del processo con lo spostamento della sede processuale a Roma, dato che molti documenti sono qui a Roma in sedi istituzionali e molte vicende sono interconnesse con la Capitale. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari».
Il video dell’intervento di Mollicone
Il mio intervento sulla strage di Bologna
Il mio intervento per la commemorazione della strage di Bologna.ONOREVOLI COLLEGHI, SIGNOR PRESIDENTE!Questo intervento lo tengo a nome dell’Intergruppo “La verità oltre il segreto”, che raggruppa forze trasversali, FDI, Lega, Forza Italia e M5S.Domenica saranno passati 40 anni dalla tragedia del 2 agosto 1980, dalla strage di Bologna.Appare ormai chiaro come la verità processuale non può più essere considerata la verità sulla strage di Bologna. E’ una verità. Sono emersi tanti rilievi e dettagli che offrono una verità differente rispetto le sentenze, delle tesi che vedono il coinvolgimento di mandanti che non possono più parlare, come i presunti "scoop" sulla P2 già smentiti da molti anni dalle carte, e dei pentiti come Izzo e Sparti definiti inattendibili in più sedi processuali. Fra i mandanti viene incluso anche il senatore Tedeschi, con l'unico obiettivo di collegare il Movimento Sociale Italiano fra i mandanti oltraggiando la storia della destra italiana, verso quale aveva chiesto scusa pubblicamente il presidente Cossiga in quanto disinformato da elementi dei Servizi appartenenti alla P2, che oggi si vorrebbe inserire fra i mandanti.Lo scenario appare sempre più chiaro. Conduce direttamente al “Lodo Moro”, alla rottura dell’accordo di immunità per i palestinesi sul territorio italiano dopo l’arresto di Abu Saleh e al ruolo del gruppo Separat di “Carlos lo sciacallo”. Non sono ancora state chiarite le presenze dei terroristi delle Cellule Rivoluzionarie, appartenenti alla rete di Carlos, Kram e Frohlich a Bologna il giorno della strage né gli inquietanti rapporti fra il giudice istruttore della strage Gentile e Abu Saleh, perfino con scambi di regali, una rivelazione di Pelizzaro e Paradisi. Come mai Saleh, capo della struttura del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina in Italia, aveva contatti continui, anche di carattere personale, con il giudice istruttore della strage di Bologna? Boni, condirettore del Resto del Carlino, ha addirittura pubblicato un libro con i verbali integrali, tutt'ora ignorati.Prove e riscontri schiaccianti, anch'essi ignorati dalla Procura. Una verità portata avanti da un gruppo coraggioso di consulenti e studiosi come Pelizzaro e Cutonilli, di giornalisti come Leoni e Paradisi e Chiocci, di parlamentari ed ex parlamentari componenti delle principali commissioni d'inchiesta come Raisi, Mantica e il compianto Fragalà. Un fronte trasversale di cercatori di verità.Il quarantesimo anniversario della strage di Bologna non può essere certo la santificazione di un teorema giudiziario – più simile ad un fantathriller di Ludlum che ad un processo – che sta franando giorno dopo giorno, rispetto alla verità dei fatti e dei documenti che sono emersi negli scorsi anni e che continuano ad emergere relativamente alla pista internazionale.Chiediamo la messa a disposizione di tutti i documenti relativi, per cui sosterremo la proposta del senatore Marilotti per la revisione del segreto di Stato, in particolare per l'abolizione del segreto funzionale. Presenteremo, inoltre, un'interpellanza in aula per chiedere chiarezza sulla vicenda del giudice Gentile, tramite delle ispezioni, e la revisione del processo con lo spostamento della sede processuale a Roma, dato che molti documenti sono qui a Roma in sedi istituzionali e molte vicende sono interconnesse con la Capitale.Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari. Siamo cercatori della verità piena e completa, come ha chiesto anche il Presidente della Repubblica. Dedichiamo questa battaglia non solo all'85esima ma all'86esima vittima, Maria Fresu, di cui oggi – e solo oggi – i familiari scoprono il mancato ritrovamento del corpo, che hanno giustamente denunciato come persona scomparsa.Non ci faremo intimidire, non ci fermeremo.
Pubblicato da Federico Mollicone su Giovedì 30 luglio 2020