«I cani rischiano il soffocamento a causa delle mascherine abbandonate»
L’Aidaa lancia un allarme sul rischio di ingestione di mascherine abbandonate nei parchi pubblici e nelle aree per i cani. “Non ci sono ancora per fortuna casi di morte per soffocamento, ma sono oramai diverse le segnalazioni di proprietari di cani che sono costretti e rivolgersi ai veterinari perché il loro cane ha masticato e ingerito pezzi di mascherine abbandonate nei parchi, sui marciapiedi o addirittura nelle aree cani di diverse città italiane”. Così l’Associazione italiana difesa animali e ambiente.
Aidaa: “I cani rischiano una morte atroce”
Per questo motivo, “prima che possa essere troppo tardi e che possano succedere guai irreparabili per i cani, soprattutto randagi, che andrebbero incontro a una morte atroce per soffocamento in caso di ingestione anche di solo un pezzo di mascherina”, l’Aidaa esorta a non gettare le mascherine per terra, rilanciando l’allarme ai proprietari di cani”. Per il momento, afferma l’Aidaa, “non è successo nulla di irreparabile. Ma tenete d’occhio i vostri cani quando sono al guinzaglio e quando sono liberi nelle apposite aree cani: il rischio che mastichino o ingoino qualche mascherina abbandonata è tutt’altro che remoto e le conseguenze di queste ingestioni potrebbero essere letali”.
Mascherine abbandonate, 70mila tonnellate annue
Secondo Legambiente potrebbero ammontare a 70mia tonnellate annue i rifiuti prodotti dall’abbandono di mascherine e guanti. Un quantitativo che può arrivare a 300mila tonnellate annue, tenendo conto di tutte le tipologie di dispositivi di protezione individuale, secondo i dati dell’Ispra.
La campagna di Legambiente
La campagna di Legambiente propone un sistema sicuro per evitae le mascherine abbandonate. “Usa mascherine riutilizzabili, ma solo se certificate e secondo le modalità d’uso stabilite dal produttore. Se utilizzi guanti e mascherine usa e getta, chiudili in un sacchetto e conferiscili nell’indifferenziato o nei punti di raccolta allestiti. È un gesto civico, di buon senso e corretto per la salute di tutti noi e dell’ambiente. Passa parola”.