Scuola, il governo alle comiche finali: Arcuri scelto per far tornare gli studenti in aula a settembre
Non bastava quanto combinato finora. Il governo vuole affidare a Domenico Arcuri, contestatissimo commissario per l’emergenza Covid, anche il compito di far ripartire la scuola a settembre. La trovata è contenuta nella bozza del dl Semplificazioni e, appena emersa, ha suscitato fortissime critiche. ”Ha fallito sulle mascherine (che molti stanno ancora aspettando) e per premio il governo lo manda ad occuparsi delle scuole dei nostri figli: ma basta!”, è stato il commento del leader della Lega Matteo Salvini.
Tutti i poter del super commissario Arcuri
Secondo quanto previsto dal dl Semplificazioni, Arcuri “fino alla scadenza del predetto stato di emergenza” dovrebbe procedere “nell’ambito dei poteri conferitigli e con le modalità previste dalla suddetta norma, all’acquisizione e distribuzione delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione individuale, nonché di ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici, utile a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021, nonché a contenere e contrastare l’eventuale emergenza nelle istituzioni scolastiche statali”. Insomma, la ripartenza a settembre è affidata a lui, che – tra l’altro – avrà in mano anche la gestione dei contratti pubblici.
FdI raccoglie l’allarme dei presidi
Proprio oggi i presidi hanno lanciato un nuovo allarme sui ritardi e sulle incertezze in vista di settembre, a partire dalla mancanza di aule. Con la prospettiva concreta, inoltre, che molti di loro preferiscano tornare a fare gli insegnanti. Quell’allarme, come i precedenti, ha trovato ascolto in FdI. “Il governo li ascolti”, hanno detto le deputate Ella Bucalo e Paola Frassinetti. “FdI – hanno spiegato – sostiene la presa di posizione dei dirigenti che hanno denunciato l’assenza di oltre 40mila classi, con circa 1 milione e 200mila studenti che saranno obbligati a seguire le lezioni in esterna. Palestre, teatri, cinema o all’aperto, sono barzellette scadute: la verità che a viale Trastevere l’immobilismo e l’incertezza regnano sovrani”. “Continuano gli slogan su arredi moderni in arrivo nelle scuole, ma la realtà è ben diversa da quella che viene raccontata”, hanno concluso Bucalo e Frassinetti, quando ancora non era stato scoperto che la realtà sarebbe andata perfino oltre la più perversa fantasia.