Scontri e feriti all’Università di Torino, arrestati 19 antagonisti e “bravi ragazzi” dei centri sociali

23 Lug 2020 14:01 - di Redazione

Diciannove arresti a Torino per i violenti scontri dello scorso febbraio al Campus Einaudi. In manette sono  finiti diversi militanti del centro sociale Askatasuna. Alcuni anarchici e studenti dei collettivi universitari. Sono accusati di rapina, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e danneggiamento.

Scontri a Torino, arrestati 19 antagonisti

La Digos ha eseguito 3 arresti nei confronti di tre esponenti del Collettivo autonomo. Di età compresa tra i 23 e i 25 anni. Sono ritenuti i coordinatori delle azioni violente. Sette persone sono state raggiunte dal divieto di dimora a Torino. E 9 dall’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

L’assalto all’Aula Paolo Borsellino

I fatti risalgono allo scorso 13 febbraio. Durante un volantinaggio del Fuan per un incontro sulle foibe, una quarantina di antagonisti ha circondato la Polizia. Contemporaneamente un’altra ala si è introdotta all’interno dell’ateneo. E ha sfondato a calci e spintoni la porta di accesso dell’aula ‘Paolo Borsellino’.  Assegnata ai rappresentanti del Fuan. I manifestanti avevano poi cercato di venire in contatto con gli studenti di destra.

Negli scontri 8 agenti erano rimasti feriti feriti. E due studenti erano stati arrestati. Il giorno  dopo è stata nuovamente occupata l’aula del Fuan. Durante l’esecuzione degli arresti è stata anche perquisita e sequestrata,  l’aula ‘C1’. Occupata dal collettivo autonomo all’interno del Campus Einaudi.

La Regione Lombardia: isolare i violenti

“Ancora una volta dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine. Per il loro intervento contro le frange violente dei centri sociali. Gli atenei sono un luogo di studio e condivisione dei saperi. Che non deve diventare ostaggio di chi occupa e usa la violenza per imporsi”. Così l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca.  “L’operazione conferma la pericolosità sociale di questi elementi. Che non devono beneficiare di alcun sussidio da parte della Regione”, aggiunge l’assessore Elena Chiorino. “O di qualsiasi altro Ente. Con la violenza delle loro azioni dimostrano il disprezzo per la cosa pubblica”.

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