Meloni: «Siamo alla deriva liberticida. E i grillini hanno fatto un regalo da un miliardo ai Benetton»
«Ci hanno sommersi di notizie che accusavano Orbán, il premier ungherese, di aver imposto una dittatura con la scusa dell’epidemia. Eppure, dopo due mesi e mezzo dall’inizio della pandemia, l’Ungheria ha decretato la fine dello stato di emergenza, come hanno fatto o si accingono a fare tutti gli Stati europei». Lo scrive Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook. «Conte invece annuncia alla stampa che intende prolungarlo fino a dicembre».
Meloni: «Aspettiamo le eclatanti notizie che di darà Conte»
«Vedremo», aggiunge, «quali eclatanti informazioni vorrà fornire il Governo al Parlamento per giustificare una decisione così grave, che ai più appare immotivata. Di certo non ci renderemo complici della deriva liberticida messa in atto dalla sinistra e dal M5S. Come scrive il professor Cassese, i poteri speciali servono per fronteggiare una emergenza in corso, non per prevenirne una ipotetica. Perché il governo ha tutti gli strumenti per prevenire i pericoli futuri e può tranquillamente chiedere, se serve, misure straordinarie al Parlamento».
L’emergenza? «Le ragioni sono solo politiche»
Poi, in un’intervista alla Stampa, la Meloni ribadisce nei dettagli il pensiero sullo stato di emergenza. «Non ne vedo i presupposti», dice. «Le ragioni sembrano solo politiche. Mi pare cioè un modo per avere una prolungata libertà di azione. Se poi ci sono ragioni reali che ignoriamo, allora Conte ce lo venga a spiegare in aula».
Autostrade e la presenza dei Benetton
Il passaggio su Autostrade: «Sono sempre stata per la revoca e per indire un nuovo bando di gara a cui se Atlantia dei Benetton vuole partecipare al pari di altri concorrenti è la benvenuta. In due anni però, non si combinato nulla», incalza la Meloni. «Dai grillini tante parole e pochi fatti. Invece, con un blitz al decreto rilancio, il governo ha prorogato tutte le concessioni aeroportuali, compresa quella di Fiumicino, in mano ai Benetton, che scadeva nel 2044. Un regalo da un miliardo».
Meloni: «Sul Mes non ho dubbi, è una sòla»
Quanto al Mes, la Meloni ribadisce che «è una fregatura. Urge il coraggio di invertire la rotta. L’Europa non ci regala nulla, l’Italia è un contribuente netto e deve farsi valere. Le condizionalità nel Mes ci sono eccome, perché è un trattato internazionale che non muta con le lettere di Gentiloni o Dombrowski. E perché, comunque, la lettera di Gentiloni cita l’articolo 14, che prevede la sorveglianza post programma. Vogliono che il nostro debito pubblico sia pagato dal nostro risparmio privato. È una sòla».