Meloni: «Conte ha provato a dividerci e ci voleva alla mangiatoia, ma non siamo in vendita»

5 Lug 2020 11:37 - di Bianca Conte
Giorgia Meloni foto Ansa

Dopo le polemiche dei mesi scorsi sul mancato dialogo governo-opposizione. Finita la passerella mediatica degli Stati generali dove si è ampiamente dimostrato che, sotto il vestito niente e tanta fuffa a livello di proposte e soluzioni. Oggi la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, torna sul tema del documento uscito dalla kermesse e sulla convocazione di Conte al centrodestra. E in un’intervista al Corriere della sera entra subito nel merito e dichiara netta: «Il documento del premier Conte sugli Stati generali è “vaghissimo”». Quindi aggiunge: «Non è un documento», sottolinea. «Lo chiamerei piuttosto una tavola sinottica. Una roba dove ci sono i titoli delle cose da fare. Punto». Insomma «una roba vaghissima. Per esempio: c’è il titolo “Futuro delle imprese“. Ma, sotto, lo svolgimento si riduce a una parola sola: “Aggregazioni” . Boh, che vorrà dire?». Nemmeno la data dell’incontro a Palazzo Chigi è stata fissata. «Forse – spiega Meloni – perché il premier ci avrebbe voluto incontrare separatamente: noi, la Lega, Forza Italia, magari con l’idea di spaccare il centrodestra. Ma subito gli abbiamo detto che noi all’incontro andremo compatti e tutti insieme. Così, stiamo ancora aspettando».

Meloni al Corsera: Il documento del premier sugli Stati generali è vaghissimo. Solo parole e propaganda

Meloni si dice poi convinta di non temere l’ipotesi di un accordo tra Silvio Berlusconi e il Premier. «Conte può strizzare tutti gli occhi che vuole, ma noi del centrodestra non ci caschiamo. La piazza unita di ieri ne è la dimostrazione». E allora? «Un governo giallo, rosso e blu?». «E perché mai? Io mi fido del presidente della Repubblica, che ha sempre detto che l’unica alternativa a questo governo è il voto. Un governo di irresponsabili, vogliamo dirlo? Con l’Italia che rischia un’ecatombe occupazionale mentre loro sfornano un decreto dopo l’altro. Decreto Dignità, Rilancio, Semplificazioni, Cura Italia: tanti nomi diversi come i sette nani. Parole, propaganda e però niente fatti. Intanto, c’è gente che da marzo ancora non ha preso i soldi della cassa integrazione. Altro che storie, la verità è che hanno provato a comprarci».

«Conte ha provato a comprarci: ma noi non siamo in vendita»

«Avrebbero voluto – sottolinea la Meloni – che ci sedessimo anche noi intorno alla mangiatoia del decreto rilancio: 11 milioni di euro per l’Expo di Dubai, 10 milioni alla Motorizzazione civile, 120 per il bonus monopattino e un finanziamento pure per la fondazione di Franceschini… Ma noi non siamo in vendita». Quanto alla manifestazione del Centrodestra unito Meloni sottolinea: «È stata una manifestazione responsabile: gente seduta, distanziata, con le mascherine. Una piazza a numero chiuso, con gli inviti contingentati per il rischio contagio. Ma il rischio contagio evidentemente c’è solo quando si fa una manifestazione contro il governo, non quando vanno in piazza i centri sociali, le sardine»…

Ieri  la piazza gridava E-le-zio-ni

«Ma avete sentito cosa gridava la piazza? Gridava E-le-zio-ni. Perché noi vogliamo votare anche per le elezioni politiche, non solo per le Regioni e il referendum. Vogliamo l’election day! Noi a settembre vinceremo le regionali, ma se questi signori resteranno ancora incollati alle poltrone, allora sì che a ottobre torneremo in piazza. Ma non sarà più una piazza contingentata. Quel giorno saremo 2 milioni».

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