La Azzolina ne combina un’altra: i nuovi banchi per le scuole? Con le rotelle, tipo autoscontri

17 Lug 2020 11:13 - di Fabio Marinangeli
Azzolina

Cerca di essere rassicurante, Lucia Azzolina, dopo settimane e settimane di indecisioni e contraddizioni: «Le scuole», dice, «il 14 settembre riapriranno, le famiglie devono stare tranquille ed evitare di sentire i campanelli di allarme dei Salvini di turno».

Azzolina e i banchi nuovi per le scuole

Poi rileva la chicca. «Comprare nuovi banchi è il modo migliore che abbiamo per guadagnare spazio», afferma la ministra. E aggiunge: «I banchi è vero che ci servono per distanziare, ma un giorno anche per avvicinare. Sono pensati per una innovazione didattica». I banchi «servono anche per il futuro non solo per il presente», ha concluso aggiungendo: «È un investimento».

FdI: «Costano tanto e non sono funzionali»

Ma è sulla questione dei banchi che la Azzolina scivola. E scivola pesantemente. Perché, quando viene fuori l’idea di come saranno, arrivano proteste e ironie. «Il ministro Azzolina continua a stupirci con effetti speciali», affermano Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, di FdI. «L’ultima riguarda i banchi singoli da ultima generazione che costano ben 300 euro l’uno e che all’apparenza non sembrano neanche essere utili alla didattica. Sono infatti scomodi e dotati di rotelle. Diciamo più adatti ad essere usati come autoscontro che come banchi di scuola».

Interrogazione sulla gara di fornitura

«FdI ha presentato un’interrogazione riguardo a questa ingente gara di fornitura per chiedere i motivi di questa richiesta urgente per l’importo molto elevato di 200 milioni di euro. In questo momento in cui la scuola ha bisogno di risorse per effettuare lavori essenziali ci sembra fuori da ogni logica investire tutte queste risorse per dei banchi avveniristici. Banchi sulla funzionalità dei quali permangono forti dubbi».

Azzolina e la misurazione della febbre

Poi, a In Onda, la Azzolina parla di altri elementi. «La misurazione della febbre, della temperatura in via precauzionale va fatta a casa», dice rispondendo a una domanda sulla possibilità di misurare la temperatura agli studenti a scuola. E poi richiama a «un’assunzione di responsabilità» da parte dei genitori. Che sanno di dover «misurare la temperatura prima, per evitare di contagiare dopo».

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