Crediti deteriorati, una bomba sociale pronta a esplodere: anche i grillini se ne sono accorti

29 Lug 2020 17:06 - di Riccardo Pedrizzi

Riceviamo da Riccardo Pedrizzi e volentieri pubblichiamo.

Avevamo lanciato l’allarme da queste pagine all’inizio del mese e lo avevamo ripetuto al Senato a tutti i componenti della Commissione Finanze e Tesoro, in occasione dell’audizione a cui era stata chiamata Federproprietà, proponendo, trai vari suggerimenti, di chiamare a riferire i responsabili dei vari corpi di polizia e dei vari organismi di intelligence che recentemente con i loro rapporti hanno segnalato il problema degli NPL, cioè di quella massa di crediti deteriorati che, a seguito prima della crisi finanziaria ed economica del periodo 2007-2015 e, poi, di quella ancora più devastante del dopo Covid-19 sono diventati terra di conquista della criminalità più o meno organizzata.
Ora questi allarmi sono stati raccolti dalla “Commissione d’Inchiesta sul sistema bancario e finanziario” che ha reso noto il programma di attività per il 2020-2023 che è stato approvato il 14 luglio u.s., nel quale viene riservata una particolare attenzione proprio agli NPL.
“Ci siamo chiesti – ha dichiarato il Presidente della Commissione Carla Ruocco (nella foto) – se non sia arrivato il momento per far crescere nel nostro Paese, in previsione purtroppo di una nuova ondata di NPL a seguito degli effetti economici negativi dovuti alla pandemia, una realtà tutta nazionale (una bad bank) che partecipi, in concorrenza con quell’attuale ristretto numero di soggetti esteri, alla gestione di beni interamente nazionali; sia i crediti problematici da acquistare sia il risparmio da impiegare per finanziare l’acquisto”.

La Commissione Banche cioè si è resa conto della vastità del fenomeno, infatti tra il 2007 ed il 2015 i crediti deteriorati presenti nei portafogli delle banche italiane sono cresciuti a dismisura raggiungendo i 360 miliardi.
In base agli ultimi dati disponibili gli NPL lordi ammontavano a 163 miliardi (il fenomeno riguarda oltre 2,2 milioni di famiglie ed imprese) si è passati cioè dal picco del 2016 quando rappresentavano il 16,5% sul totale dei finanziamenti al 7,4%.

Le banche e il difficile approccio con i crediti deteriorati

In pratica il sistema bancario italiano ha dimezzato il peso di questi crediti. Ora però sicuramente tali cifre verranno ulteriormente incrementate in conseguenza della crisi devastante determinata nell’economia reale del nostro paese dall’epidemia del coronavirus, in quanto già si è rilevata da qualche mese una preoccupante inversione di tendenza.
Come ha registrato l’ “Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia” del quale fanno parte Dia, GdF, Servizio Analisi Criminale della Polizia di Stato e Carabinieri; dal suo canto anche la Guardia di Finanza e la Dia (Direzione Investigativa Antimafia).
Il “Servizio analisi criminale” in particolare ha constatato ed ha previsto, dopo i primi segnali sospetti di infiltrazioni mafiose nell’economia disastrata dall’emergenza covid-19, che le operazioni sugli NPL sono in forte crescita ed è presumibile “che le organizzazioni criminali possano inserirsi nel mercato dei crediti deteriorati”.

Come si inserisce la criminalità organizzata

Vengono anche ipotizzati vari sistemi operativi:
1) «si ricorre a prestanomi e società di copertura approfittando di alcuni “varchi” offerti dal mercato e dalla normativa» e si comprano «singoli crediti deteriorati non in blocco in modo tale da evitare che l’acquisto di crediti a titolo oneroso possa costituire un’attività di concessione di finanziamenti in qualsiasi forma» per evitare l’applicazione del TUB (Testo Unico Bancario);
2) si realizzano infiltrazioni nel settore del servicing, i servizi di gestione, incasso e recupero dei crediti per conto degli investitori che li hanno comprati dalle banche, favoriti dalla presenza di pochi grandi operatori” che esternalizzano parte dell’attività;
3) si acquistano “i crediti NPL attraverso società di recupero crediti che possono agire senza essere soggetti alla stringente disciplina stabilita dal TUB per gli intermediari finanziari”;
4) si investe “nell’acquisto di obbligazioni denominate Abs (asset-backed security) emesse dalle società veicolo costituite da banche e intermediari finanziari per la cartolarizzazione degli NPL”.
Alla luce di queste segnalazioni più che fondate, bene ha fatto perciò la Commissione Banche a confermare che ci sono poche società specializzate (facenti capo a fondi internazionali) che operano spesso con modalità spregiudicate a fini speculativi mettendo in grande difficoltà i debitori ceduti.
Questa volta pertanto la politica mostra di voler intervenire per evitare che esploda una vera e propria bomba sociale anche alla luce del rischio più che fondato che il settore diventi preda della criminalità organizzata.
Sopratutto per dare una risposta adeguata a migliaia e migliaia di famiglie e di piccole e media imprese in gravi difficoltà.

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