Covid, casi in aumento: sono 306 nelle ultime 24 ore. 10 i decessi. Solo la Val d’Aosta è a zero contagi

23 Lug 2020 18:31 - di Redazione

Sale ancora il numero dei nuovi contagiati da coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia: secondo i dati della Protezione civile sono 306, a fronte dei 282 di ieri. Le nuove vittime sono invece 10 (ieri 9) per un numero complessivo di 35.092 decessi. I casi totali salgono a 245.338. L’unica regione a zero contagi è la Valle d’Aosta.

La maggior parte dei nuovi casi si registra in Lombardia con 82, seguita dall’Emilia Romagna con 55 e dalla provincia autonoma di Trento con 30. Al quarto posto il Lazio con 26 casi, poi il Veneto con 22 e la Campania con 16. Sono 10 i nuovi casi in Abruzzo mentre in tutte le altre regioni si registrano aumenti inferiori alle 10 persone contagiate.

L’incidenza a livello nazionale rimane stabile

“L’incidenza su base settimanale a livello nazionale conferma, come già la settimana scorsa, un dato stabilmente intorno a 2,3 nuovi casi” di Covid “per 100.000 abitanti. In parallelo, si mantiene stabile il dato sui nuovi casi testati su base settimanale, circa 2,8 per 1.000 abitanti a livello nazionale”. Lo afferma il professor Gianfranco Damiani, della sezione di Igiene dell’Università Cattolica, nel 17.esimo Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica.

Le Regioni e i vaccini contro l’influenza

Nel Report si parla anche di come le regioni si stanno attrezzando con i vaccini anti-infuenza in vista della probabile seconda ondata in autunno.

Sono 17 le Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Val d’Aosta, Friuli-Venezia-Giulia, P.A. di Bolzano, Lazio, Abruzzo, Molise, Umbria, Basilicata, Calabria, Puglia, Campania e Sardegna) che hanno programmato la fornitura di vaccinazioni anti-influenza per la stagione 2020/2021. Lazio e Calabria hanno deliberato sull’obbligatorietà del vaccino per determinate categorie a rischio (over-65 e operatori sanitari), mentre altre Regioni come la Campania hanno annunciato l’intenzione di introdurla.

I vaccini dedicati agli operatori sanitari

Si evidenzia in molte realtà regionali “l’attenzione, in sede di programmazione, a una fornitura di dosi vaccinali specificamente dedicate agli operatori sanitari, nonché la consapevolezza dell’importanza di raggiungere un’ampia copertura vaccinale, specie nei soggetti più esposti, consentendo una riduzione al ricorso all’assistenza nelle strutture sanitarie e permettendo una più facile diagnosi dei sospetti casi di positività al coronavirus”. L’adozione di politiche vaccinali specificamente rivolte agli operatori sanitari, prosegue il report, “può inoltre consentire di tutelare e preservare il personale sanitario, riducendo per questo non solo i rischi in termini di salute, ma anche in termini di giorni di lavoro persi per malattia”.

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