Conte fa infuriare tutti sull’emergenza. Porro fa il gesto dell’ombrello, Sgarbi invoca un’insurrezione

12 Lug 2020 10:00 - di Roberto Mariotti
emergenza

«La sola emergenza è quella antidemocratica. La sola risposta dovrà essere un’insurrezione». Lo afferma Vittorio Sgarbi, che sui suoi social commenta duramente la decisione del governo di prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 dicembre. «L’esecutivo», affonda Sgarbi, «con a capo un signore che non ha votato nessuno, ha prorogato lo “stato di emergenza”, pensando così di continuare a governare il paese diffondendo terrore».

Sgarbi: «C’è una vera emergenza antidemocratica»

«Di fronte a questa emergenza antidemocratica l’unica vera emergenza, occorre una insurrezione dei cittadini! Presenterò un esposto alla magistratura perché non vi sono i presupposti di fatto o per una decisione così drastica», scrive il parlamentare. «Le sole ragioni sono, ad evidenza, di tornaconto politico: controllare (e manipolare) attraverso paura e la restrizione delle libertà personali la popolazione. E gestire, in deroga a ogni regola di trasparenza, appalti milionari per una epidemia che non esiste più. È uno scandalo sul quale la magistratura deve indagare», conclude Sgarbi.

Porro: «Hanno creato i pieni poteri per Conte e Casalino»

Durissimo Nicola Porro. «Sono furibondo», afferma. «Hanno creato il terrore del virus e della seconda ondata». Poi racconta un aneddoto personale: «Mi ha chiamato un amico per una cosa da fare in barca. Mi è stato chiesto di fare il tampone, sapete cosa dico io?». E qui parte il gesto dell’ombrello. «Ve la prendete in faccia la barca, non rifaccio il tampone dopo che tutto quello che ho fatto durante la malattia. Ve la prendete in quel posto perché siete dei servi che giustificano lo stato di emergenza». Poi il giornalista se la prende con i giornali che parlano di allarme Covid in dieci regioni: «Ma quale cacchio è l’allarme? Si è alzato quell’indice, non questo». E qui mostra il dito medio. «Tutto questo pessimismo e questa paura hanno portato ai pieni poteri di Conte e Casalino.

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