Sgarbi: «Fico è indegno. Io come il Cristo di Raffaello». La Maglie: «Ha ragione Vittorio»
Quelle immagini dell’espulsione di Vittorio Sgarbi dall’aula, portato in braccio dai questori tra urla e insulti, ha fatto il giro del web. Critiche infinite da parte soprattutto dei Cinquestelle e del Pd. Ma il critico d’arte non si arrende così facilmente. E pubblica un’immagine che mette a confronto la sua uscita dalla Camera con il trasporto di Cristo dipinto da Raffaello.
Sgarbi: «Mi hanno solo spostato»
«Mi volevano deporre», è il suo commento. «Ma mi hanno solo momentaneamente spostato». Non è tutto, perché Sgarbi ci mette la faccia fino in fondo: «Io non appartengo alla categoria dei pavidi, dei vigliacchi, dei tornacontisti. Dico quel che penso e sto in Parlamento a testa alta. Chi oggi mi attacca ignobilmente è solo perché ricordo loro cosa sono, cosa sono stati, come hanno ottenuto quei posti e come verranno ricordati».
Il discorso che ha messo ko il Pd e il M5S
Del resto, a colpire sono state soprattutto le frasi “politiche” pronunciate a Montecitorio. Frasi contro il silenzio infinito di Pd e M5S sul caso delle toghe. «Che un criminale delinqua è normale. Che lo faccia un magistrato è un terremoto istituzionale. Dopo le inaudite dichiarazioni contro di lei di un magistrato del Csm», aveva affermato Sgarbi rivolgendosi a Bonafede, «dopo le inaudite dichiarazioni di Palamara contro Salvini, dobbiamo aprire una commissione di inchiesta contro la criminalità di magistrati che fanno l’opposto del loro lavoro, peggio dei criminali. “Palamaropoli”».
La risposta di Sgarbi a Fico
Durissima la risposta a Fico, che l’aveva attaccato. «Di “indecente e indegno” c’è solo il comportamento di Fico», scrive Sgarbi su Facebook. «Mi attribuisce cose mai dette ignorando che le persone e i deputati non si dividono per sessi. Io non ho detto nulla di diverso da quello che avrei detto a un deputato maschio. So tratta di una ignobile strumentalizzazione. Un tempo il Parlamento era il posto della libertà di parola, oggi è il luogo della censura. E parla l’esponente (Fico) del partito che si è fatto strada con gli insulti, a colpi di “vaffanculo”. E che definì Veronesi “cancronesi».
La solidarietà della Maglie e di Capezzone
«Alla fine Vittorio Sgarbi ha sempre ragione», Lo afferma Maria Giovanna Maglie. «Sui falsi moralisti, sui conformisti, sugli ipocriti. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo». Con il critico d’arte si schiera anche Daniele Capezzoe: «Osservazione pre e meta politica. Le maestrine dalla penna rossa (alcune pure dalla penna azzurra) e i maestrini politicamente corretti che fanno la predica e la lezioncina a Vittorio Sgarbi non si rendono conto di commettere un grave crimine: sono noiosi, prevedibili, pallosi».
Sgarbi si affida alle carte bollate
«Vista la grave diffamazione consumata ai miei danni con accuse false, dovranno portare le prove in un tribunale. È il solo luogo in cui si potrà parlare liberamente di ciò che ho detto, visto che il Parlamento è diventato un luogo di censura e di restrizioni». Lo annuncia lo stesso Sgarbi. «In quella sede si potrà anche ricostruire il percorso che ha portato la Bartolozzi e la Carfagna in Parlamento. In modo che, anche se con anni di ritardo, si possa poi dire: aveva ragione Sgarbi».
mille volte Sgarbi che Fico
Non sono un grande estimatore di Sgarbi ma questa volta condivido il suo punto di vista. Credo proprio che le sue esternazioni abbiano un solido fondo di verità e gli Italiani dovrebbero chiedersi seriamente: E SE AVESSE RAGIONE SGARBI?.
E’ ora che come Paese ed elettori ci svegliamo e diciamo la nostra sia sulla politica che sulla magistratura e riportare lo Stato in un sistema Democratico vero e non la farsa della “democrazia a senso unico di sinistra”