M5S, parla De Falco: «Il disegno di Grillo è consolidare il rapporto col Pd. Ma se Di Battista…»
Di Battista come capo politico del M5S? «Ma capo politico di che?», taglia corto Gregorio De Falco. «Un’entità così eterogenea come il Movimento non è un’identità. È cangiante e non esiste come tale. È tenuto insieme dalla dirigenza che vedremo, se a sua volta, questa dirigenza è eterodiretta».
De Falco spiega il disegno di Grillo
E su un possibile ritorno di Grillo all’interno del Movimento, De Falco non ha dubbi: «Non credo avrà un ruolo attivo. Però, come vediamo, ogni tanto si fa sentire. Grillo ora è utile al fine di collocare politicamente almeno una parte del Movimento e consolidare il rapporto con il Pd, anche in termini di forze strutturali. Questo è il disegno. Ma è probabile che potrebbe opporsi al disegno e creare una lacerazione se avesse seguito quella parte che nel Movimento si riferisce a Di Battista e Paragone».
Il caso del Venezuela
«La notizia dei presunti fondi non so che fondatezza abbia. Non ne ho la minima idea. Ma se si dovesse accertare che c’è stata, vuol dire che si sta svelando un livello ulteriore di eterocontrollo del Movimento. Che è preoccupante, per il Movimento stesso e per la democrazia». De Falco, sulle accuse su un presunto finanziamento di 3 milioni e mezzo al M5S dal governo venezuelano, non si sbilancia. Ma di una cosa il senatore ex grillino è certo: «Se questi presunti fondi fossero stati inviati nel 2010 – spiega all’Adnkronos – mi sembrerebbe un po’ singolare».
«Nel 2010 governava Berlusconi»
«Certo, se si contestualizza la vicenda ci si accorge che si sarebbe trattato di una sovvenzione a un partito nascente, che all’epoca aveva un consenso modestissimo. Però, si sarebbe trattato di una scommessa abbastanza azzardata in quel momento. Nel 2010 governava Berlusconi, ancora non c’era stato il tracollo del suo governo, non c’era stato Monti. Scommettere sui Cinquestelle in quel momento sarebbe stato da mago Otelma».
De Falco e la dirigenza del Movimento
Per De Falco, le reazioni alla notizia «non sono state chissà di quale portata». Ma, fa notare, la rivelazione del quotidiano spagnolo Abc è «un elemento che se confermato sarebbe preoccupante perché il Movimento a questo punto dimostra di essere stato uno strumento nelle mani di chissà chi». E aggiunge: «Ci sono sicuramente vari livelli nella gestione del Movimento. D’altra parte, quello che era chiaro quando ne sono stato espulso, è che noi avevamo come referente un livello, che era quello del capo politico apparente, che impediva di vedere oltre».
Quel richiamo alla testuggine…
«Il richiamo alla testuggine che una volta fece Di Maio è un richiamo che può dare il senso della compattezza di un qualcosa che compatto non è. E che prende ordini dall’alto. La testuggine, in fondo, è una formazione militare che non vede al di fuori del proprio perimetro».