Lo scandalo che scuote il Vaticano, emergono ricatti, promesse di escort e video con altri prelati

17 Giu 2020 9:11 - di Giorgio Sigona
Vaticano

Ricatti, mazzette, minacce, pressioni, video di alti prelati. Sembra nascondersi una trama alla Dan Brown dietro lo scandalo che scuote il Vaticano. Le indagini, innescate dall’acquisto da parte della Segreteria di Stato della Santa Sede dell’immobile di Sloane Avenue 60, a Londra, avevano portato all’arresto, il 5 giugno scorso, del broker anglo-molisano Gianluigi Torzi.

Vaticano, gli sviluppi dell’indagine

È dalle importanti rivelazioni che avrebbe fatto Torzi agli inquirenti che, a quanto apprende l’Adnkronos, emergerebbero alcuni dettagli clamorosi. Il broker avrebbe dato una sua versione dei fatti che getterebbe ulteriore luce sui clamorosi, sviluppi delle indagini condotte dalla procura vaticana.

Il giro di presunti ricatti e tangenti

Lo spaccato che verrebbe fuori è da brividi. Giri di (presunte) tangenti sotto forma di “provvigioni” che coinvolgerebbero persone molto vicine alla Santa Sede. Ma ai quali il broker non si sarebbe mai voluto prestare, ricavandone prima blandizie (addirittura la promessa di una escort a cui comunque non avrebbe mai ceduto). Poi finanche minacce e ricatti, rispediti anche in questo caso al mittente. E – sempre a quanto risulta all’Adnkronos – ci sarebbero decine di chat e di scambi di messaggi e di email con personaggi importanti del Vaticano, e non solo.

Il broker e le prove

Tra l’altro, il broker sarebbe in grado di provare in maniera documentale che i suoi interlocutori nei palazzi vaticani fossero a conoscenza delle famose mille azioni della Gutt Sa, Cioè della società che deteneva l’immobile di Londra.

Palazzo di Sloane Avenue

Così emergerebbe anche la sussistenza di un accordo verbale con emissari del Vaticano circa l’affidamento di un remunerativo contratto di gestione del palazzo di Sloane Avenue in cambio della sua attività di intermediazione.

Vaticano, le indagini della procura

Dalle indagini della procura vaticana si profilerebbe l’ipotesi che sia esistito Oltretevere un vero e proprio “sistema”. Grazie al quale, nel tempo, si sarebbero riuscite a incassare “stecche” e provvigioni non dovute, con fiumi di denaro finiti in Svizzera, a Dubai o in America Latina.

Ipotesi che necessitano di approfondite verifiche sullo sfondo un clima di “ricatti” incrociati, addirittura con alti prelati “sotto schiaffo” di personaggi senza scrupoli. Che magari, in alcuni casi arrivando a usare materiale audio-video compromettente, sarebbero riusciti a fare il bello e il cattivo tempo. E avrebbero lucrato in modo spregiudicato sui fondi delle finanze vaticane.

Il riferimento a questi presunti video, per l’avvocato Franco non corrisponde a realtà. Contattato dall’Adnkronos il legale di Gianluigi Torzi ha smentito che ne sia stato fatto cenno nell’interrogatorio del suo assistito così come nella memoria consegnata alla magistratura vaticana.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *