«Carminati potrebbe fuggire». Disposti obbligo di dimora e divieto di espatrio per l’ex-Nar

17 Giu 2020 19:02 - di Redazione
Carminati

Obbligo di dimora e divieto di espatrio per Massimo Carminati, scarcerato ieri per decorrenza dei termini della carcerazione preventiva. Lo ha deciso la Procura generale della Corte d’Appello. La prima misura sarebbe stata disposta anche sulla scorta di quanto accadde nel 1981. Quell’anno, infatti, l’ex-Nar tentò la fuga all’estero. Intercettato dalla Digos a Varese, ingaggiò un conflitto a fuoco nel corso del quale fu ferito gravemente ad un occhio. In pratica, potrebbe tentare di farlo di nuovo.

Carminati è stato scarcerato per decorrenza termini

Intanto, ha trascorso la prima notte da uomo libero. In attesa che a settembre (non prima, comunque) una nuova sezione della Corte d’appello di Roma rideterminerà la pena, ovviamente riducendola dopo che la Corte di Cassazione ha stabilito che Mafia Capitale non era mafia, ma un ordinario spaccato di corruzione e violenza. Dall’avvio dell’indagine Carminati ha scontato 5 anni e 7 mesi di detenzione preventiva. A settembre si saprà quanta ancora l’ex-Nar ne dovrà scontare. In autunno, infatti, scadranno i termini per gli altri imputati tuttora detenuti. In tutto sono 32. Per tutti loro la corte d’Appello di Roma dovrà celebrare il processo bis di secondo grado, ma solo per irrogare la pena definitiva. Nel primo processo d’Appello, Carminati riportò una condanna a 14 anni e 6 mesi.

Il magistrato Sabella: «Le regole sono queste. E meno male»

Facile immaginare ora una sensibile riduzione della pena. Sia per effetto della sentenza della Cassazione sia alla luce degli anni già scontati in carcerazione preventiva. Nel frattempo, sulle polemiche seguite alla scarcerazione dell’ex-Nar, è intervenuto, dai microfoni della trasmissione L’Italia s’e’ desta, su Radio Cusano Campus anche il magistrato Alfonso Sabella. «Carminati – ha spiegato – è uscito per un problema di carattere tecnico-giuridico, ma anche di regole di uno Stato di diritto». Sabella si è detto «arrabbiato» perché «da cittadino» veder tornare libero a casa «una persona col curriculum criminale di Carminati mi fa male». Ma poiché è anche un magistrato, «non posso che prendere atto che queste sono le regole del nostro Paese. Meno male che esistono queste regole».

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