Ustica, appello a Conte dei familiari delle vittime: via il segreto sui documenti Moro

28 Mag 2020 17:16 - di Redazione

Una richiesta formale al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per poter avere accesso e divulgare gli atti relativi alla strage di Ustica, di cui il prossimo 27 giugno ricorre il 40esimo anniversario.

A promuoverla è Giuliana Cavazza, presidente onoraria dell’Associazione “Verità per Ustica”. E figlia di una delle 81 vittime della strage.

Nella sua lettera, Cavazza ricorda come, su richiesta della presidenza della Commissione d’inchiesta sul sequestro e sulla morte di Aldo Moro, parlamentari membri della Commissione poterono avere accesso il 30 marzo del 2015, presso la sede del Dis, a documenti, messi a disposizione dell’Aisi.

Atti relativi agli anni 1979-1980. E ai quali era stato tolto o era decaduto, dopo trent’anni, il segreto di Stato ai sensi della legge 124 del 2007.

Documenti che, però, sono stati, poi, riclassificati segretissimo, segreto, riservatissimo o riservato.

Una procedura in base all’articolo 42 della stessa legge. Che, al quinto comma, fissa in un massimo di ulteriori dieci anni il divieto di divulgazione di quei documenti.

I parlamentari, dunque, hanno potuto, in particolare, prendere visione ed annotare i documenti relativi al carteggio tra l’Ambasciata Italiana a Beirut ed il nostro governo in un lasso di tempo che va dal 7 ottobre 1979 sino al mattino del 27 giugno 1980.

Due date cruciali per l’Italia.

Il 7 ottobre 1979 è il giorno del sequestro di due missili terra-aria Strela Sam7 ad Ortona, in Abruzzo.

Quei micidiali missili con i quali si addestrava, in un campo paramilitare di Brno, in Cecoslovacchia, fra gli altri, il gruppo del terrorista Carlos Lo Sciacallo vengono sequestrati dai carabinieri ad un gruppo di Autonomi e Palestinesi provenienti da Bologna.

Il 27 giugno 1980, invece, è lo stesso giorno dell’esplosione del Dc9 Itavia – partito da Bologna – sui cieli di Ustica.

Di straordinario interesse, evidenzia la lettera, sembrerebbero essere i documenti del 13, 14, 16, 20 e 21 novembre 1979, 18 dicembre 1979, 2 febbraio 1980, 10 marzo 1980, 14 aprile 1980, 12 e 21 maggio 1980, mattino del 27 giugno 1980.

Secondo quanto scrive Cavazza nella lettera indirizzata al premier Conte, inoltre, sulla base della legge per i documenti, gli atti, le attività, le cose ed i luoghi sopracitati, è ormai cessato ogni vincolo di classifica.

Da qui la richiesta di aver accesso agli stessi con facoltà di divulgazione, avendo un interesse qualificato e specifico alla loro conoscenza. Non soltanto come presidente dell’associazione, ma anche avendo perso la madre nel disastro aereo di Ustica del 27 giugno 1980.

Cavazza, infine, conclude citando un intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (a cui la lettera è stata inviata in copia).

Il 9 maggio scorso, riferendosi alle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese, Mattarella aveva detto: “La verità rimane un diritto oltre che un dovere per le Istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri”.

“Mi aspetto una risposta che non ho mai avuto, almeno un cenno di ricevimento, ma soprattutto che finalmente si ottenga lo sblocco di quelle carte”, dice all’AdnKronos è Giuliana Cavazza.

“Non so più se essere ottimista – aggiunge la presidente onoraria dell’associazione “Verità per Ustica“. – Io combatto la battaglia. Ma ci spero. Capisco che è un momento tremendo per il nostro Paese, ma mi auguro di avere una risposta. Anche se negli ultimi anni non l’ho mai avuta”.

”Bisogna sempre essere fiduciosi – conclude la figlia di una delle 81 vittime della strage di Ustica. – La buona volontà potrebbe sempre venir fuori, ma chissà. A questo punto, però, mi aspetto un cenno di risposta da Conte. Mi aspetto che faccia una mossa”.

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