Un’altra vittima delle misure anti-Covid. L’hotel riduce il personale e un cameriere si toglie la vita

30 Mag 2020 18:32 - di Redazione
cameriere

Un’altra vittima delle misure anti-Covid.  Non si suicidano solo imprenditori attanagliati dalle preoccupazioni ma anche lavoratori che hanno perso il lavoro. Roman C. L., 27 anni  di origini romene, disperato ha lasciato un messaggio prima di togliersi la vita. «Perdonatemi», scritto a caratteri cubitali su un foglio A4 e lasciato al centro del tavolo da pranzo. La causa scatenante del suo gesto, come riportano i giornali locali, potrebbe essere la non riconferma come cameriere in un hotel di Silvi Marina. L’albergo è stato costretto a ridurre il personale per la crisi e le misure contro il Covid-19. Una scelta drammatica quella del cameriere che va a sommarsi ad altri quattro suicidi avvenuti negli ultimi quindici giorni nella provincia di Teramo.

Cameriere suicida, la ricostruzione

Tornando dal lavoro è stato il padre a trovare il cadavere del figlio. Il corpo era appeso alla ringhiera interna del primo piano della palazzina di Silvi, dove viveva. Immediate le urla di disperazione dell’uomo. Le grida hanno attirato l’attenzione degli altri condomini e subito sono stati allertati i soccorsi. Sul posto sono giunti una pattuglia dei carabinieri e un’ambulanza del 118. Ma per il giovane non è stato possibile far nulla. Dopo l’ispezione cadaverica il pm Stefano Giovagnoni ha dato il nulla osta per la sepoltura.

Il racconto del padre

Il 27enne da anni lavorava come stagionale, faceva il cameriere, in un hotel a Silvi, sulla costa abruzzese, ma negli ultimi due anni stava attraversando un momento difficile. Nei giorni scorsi il datore di lavoro gli aveva detto che non l’avrebbe potuto riconfermare per l’estate a causa del coronavirus. Stando a quanto ha raccontato il padre ai militari, Roman non l’aveva presa bene, ma nulla lasciava presagire in un gesto così drammatico.

 Cinque suicidi in pochi mesi

Cinque suicidi in pochi mesi. L’ultimo suicidio in ordine di tempo è avvenuto lo scorso 25 maggio quando in contrada Borea San Domenico, frazione di Atri, si è tolto la vita impiccandosi a un albero un papà di 55 anni. Qualche giorno prima, il 20 maggio scorso, un altro uomo di 63 anni si è lanciato nel vuoto dal Ponte San Ferdinando a Teramo. Una tragedia tornata a sconvolgere la città 24 ore dopo un altro dramma. Il suicidio di una donna di 33 anni. Era invece il 9 marzo quando a Nerito di Crognaleto, sempre in provincia di Teramo, un cinquantenne è stato trovato cadavere trovato nello scantinato di casa.

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