Scuole paritarie, sotto il ricatto di Conte per cinismo elettorale

20 Mag 2020 6:00 - di Fabio Rampelli*
Scuole paritarie

Il blocco delle attività scolastiche imposto dallo Stato ha inciso profondamento sulla scuola e sulle sue capacità di adattamento alle nuove modalità didattiche, ma anche in termini economici. A soffrirne sono soprattutto le scuole paritarie e private, che vivono quasi esclusivamente con le rette degli iscritti. Il pericolo, più volte segnalato, è quello che molte di queste scuole non riusciranno a riaprire l’attività a settembre. Perché lo Stato non ha ancora riconosciuto l’istituto del ‘risarcimento’.
La conseguenza sarà quella di avere nella scuola pubblica, già così duramente provata e sottoposta agli obblighi di distanziamento sociale nelle classi, quasi un milione di studenti in più, e 180mila nuovi disoccupati.

Stesso discorso per gli asili nido privati, quelli che ospitano bambini dai 3-4 mesi fino all’inizio della materna. Queste strutture in Italia sono quasi esclusivamente frutto dell’iniziativa privata perché i Comuni non sono in grado di garantire la necessaria copertura rispetto alla domanda. Ricordiamo con tenerezza l’entusiasmo con il quale il presidente Conte si affacciò alla ribalta parlamentare con la promessa. Entro l’anno – disse – asili nido gratis per tutti i cittadini.
Una promessa lanciata anche da quel buontempone di Matteo Renzi che aprì la sua legislatura sottoscrivendo: mille nidi in mille giorni. Non li abbiamo visti.

Da Conte un ricatto ai cattolici

Nonostante abbia per due mesi di fila lavorato con emendamenti per evitare questo nuovo tracollo economico e sociale, sia la maggioranza che il governo non hanno mostrato la sensibilità necessaria. Vedremo se sortirà effetti l’appello della Cei.

Un sospetto però viene: che il presidente del Consiglio prenda tempo per ricattare l’elettorato cattolico e spostarlo verso chi, non riconoscendo il valore della libertà educativa, approfitta del mezzo che ha disposizione, i soldi, per fare campagna elettorale. Sarebbe davvero una vergogna, ma troppi elementi si stanno disponendo in questa formazione.

Se viceversa Conte è in buona fede e crede davvero nella libertà educativa e nella famiglia, dimostri il contrario. Se invece l’orientamento del governo resta quello fin qui tenuto, la conseguenza dovrà essere quella di assorbire le centinaia di migliaia di studenti dalla scuola pubblica statale. Stanziare fondi ai Comuni e alle imprese per aprire asili nido pubblici e aziendali. Moltiplicare aule ed edifici nell’anno scolastico del distanziamento sociale. Assumere nuovi insegnanti, presidi, personale Ata. Ristrutturare l’edilizia scolastica. Raddoppiare i fondi per la manutenzione ordinaria. Passare dai proclami all’operatività.
Lo deve fare per evitare che si torni decenni indietro. E si vedano costrette le mamme a rinunciare al lavoro per incompatibilità con la conciliazione famiglia lavoro…

Alla faccia delle tanto decantate pari opportunità.

*vicepresidente della Camera dei Deputati

Commenti

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  • Mario Salvatore Manca 20 Maggio 2020

    A questo punto la parte peggiore la sta facendo (forse sbaglio, in tal caso chiedo di essere ragguagliato) la C.E.I., che briga tanto a sinistra anche se il governo la sta ignobilmente boicottando, mentre se c’è qualcuno che l’appoggia sul problema della scuola paritaria è soltanto IL CENTRODESTRA. Signori vescovi, decidetevi da che parte stare! Altrimenti non intervenite in politica. E state zitti.

  • Nino 20 Maggio 2020

    Dal governo Conte, nel quale serpeggia l’ideologia comunista, c’è da aspettarsi di tutto contro le libertà.

  • Cristiani Riccardo 20 Maggio 2020

    La scuola meriterebbe anche l’intervento del Capo dello Stato il quale, in questo ambito fortemente democratico e pluralista non
    può, per la sua funzione di garante dei diritti di tutti (tutti) i cittadini non può rimanere neutrale. Dica almeno se la scuola, e quindi la formazione culturale delle nostre nuove generazione, debba essere laica o laicista. Coraggio, Presidente