Morto un volto noto della Rai, il reporter di guerra “musicista” Sandro Petrone
È scomparso nella notte il giornalista napoletano Sandro Petrone. Aveva compiuto 66 anni nel febbraio scorso. Purtoppo non è riuscito a sconfiggere la sua lunga battaglia con un tumore che lo aveva colpito ai polmoni subito dopo la sua lunga attività con la Rai da inviato speciale di guerra in tutto il mondo.
L’affanno che avvertiva non lo preoccupava più di tanto ma decise di fare anche una radiografia ai polmoni. E lì scoprì di avere il cancro. Che raccontò fino alla fine, anche per la sua scelta di ricorrere a cure sperimentali.
La carriera brillante di Sandro Petrone
Aveva iniziato la sua attività professionale con esperienze nelle primissime radio private. Fu assunto come praticante nel 1985 dal Giornale di Napoli di Orazio Mazzoni nella redazione spettacoli. Dal 1987 sviluppa la sua esperienza nella Telemontecarlo dei brasiliani (Rede Globo) come reporter di guerra. Dal 1993 viene assunto in Rai dove si fa valere per le sue qualità di inviato e successivamente di conduttore del Tg2. Ha insegnato sin dal 1989 comunicazioni di massa e giornalismo in scuole e università, anche all’estero. Grande successo ebbe il suo libro “Il linguaggio delle news” edito da Rizzoli. Ma la sua grande passione coltivata sin da ragazzo è stata la musica. Fu esponente della corrente culturale musicale partenopea cosiddetta Vesu-wave, legato al movimento dei cantautori italiani. Ha pubblicato anche un album “Last call – note di un inviato”. Qui il suo sito web.
Reporter di guerra nel Kuwait liberato
Inviato speciale e di guerra, conduttore della RAI, attualmente nella redazione del TG2. Docente di comunicazione di massa e di giornalismo (la Sapienza, Scuola di giornalismo di Perugia, Iulm), scrittore e autore. Esordisce diciottenne come copywriter nell’azienda di famiglia, Octa Marketing e comunicazione (Assap-Assocomunicazione), nella quale dà poi vita al settore audiovisivo. Attraverso l’esperienza delle primissime radio private approda al giornalismo, anche in quotidiani e poi dal 1979 alla Rai, dove conduce programmi e partecipa a progetti innovativi. Dal 1987 sviluppa l’esperienza internazionale nella Telemontecarlo dei brasiliani (Rede Globo), inviato speciale in Italia e all’estero, reporter di guerra e conduttore.
Tornato alla Rai nel 1993, è inviato e conduttore. Dal 1989 insegna comunicazione di massa e giornalismo in scuole e università, anche all’estero. Il suo libro “Il linguaggio delle news – strumenti e regole del giornalismo” è edito da Rizzoli. Fin da giovane ha coltivato la passione per lo spettacolo, soprattutto in campo musicale e televisivo, sia come autore, sia come conduttore.
Come inviato (primo italiano a trasmettere dal Kuwait liberato, ex Jugoslavia, Kosovo, Iraq, Libano, Attentati dell’11 settembre in Usa, Attentati dell’11 marzo a Madrid, Iran, Afghanistan, Libano, Libia) è stato anche il primo giornalista italiano a coprire grandi eventi adoperando una propria telecamera (Guerra del Golfo, crollo dell’URSS, Guerra in Jugoslavia). Ha lavorato nelle sedi di corrispondenza di New York, Londra, Parigi, Mosca. Segue dal 1992 le elezioni presidenziali americane, con lunghe permanenze negli Stati Uniti.