Il Comitato tecnico concede il sì alle messe, il Viminale invita Bassetti a fare il buttafuori: “Vigili sui numeri”
Vita dura per i parroci alle prese con l’attesa riapertura delle chiese ai fedeli. Dopo la firma del protocollo che ha dato il via libera alle “messe con il popolo” a partire da lunedì, infatti, sono arrivate le precisazioni del Comitato tecnico scientifico sul numero di credenti ammessi alle celebrazioni. Indicazioni che il ministero dell’Interno ha provveduto a girare a monsignor Gualtiero Bassetti. Il Viminale ha invitato il presidente della Cei a predisporre “le necessarie misure di sicurezza cui ottemperare in vista della ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo”.
Il Cts come “l’uomo del Monte”: ha detto sì
Nella comunicazione si legge che “è pervenuto lo stralcio del verbale del Cts con il quale è stato approvato il protocollo riguardante la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo”. Dunque, bontà sua, il Cts ha dato il benestare al ritorno dei fedeli in chiesa. Non senza ulteriori prescrizioni.
Il tetto massimo per i fedeli alle messe
“Il Cts – si legge nello stralcio di verbale – approva il documento. Raccomandando che, per le cerimonie religiose nei luoghi di culto chiusi, ferme restando le misure sopra richiamate (quelle contenute nel protocollo, ndr) ed in relazione alla garanzia delle misure di distanziamento richieste e degli eventuali sistemi di areazione disponibili, il numero massimo di persone non superi le 200 unità. Il Cts ritiene inoltre che eventuali cerimonie religiose celebrate all’aperto, se organizzate e gestite in coerenza con le misure raccomandate, debbano prevedere la partecipazione massima di 1000 persone“. La nota del Viminale si chiude quindi con la raccomandazione a Bassetti di predisporre le necessarie misure di sicurezza.
Il vescovo a parroci e fedeli: “Siate pazienti”
Appena siglato il protocollo tra Cei e governo, molti vescovi si sono attrezzati per informare correttamente parroci e, a caduta, parrochiani sulle norme da rispettare. E, pur sottolineando la gioia per la possibilità di tornare a pregare in chiesa e partecipare alla celebrazione della messa, non hanno nascosto le difficoltà. C’è “assolutamente bisogno della gioiosa, paziente, disponibile collaborazione di tutti voi”, ha scritto per esempio il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, alle parrocchie, mentre altri sacerdoti hanno ammesso che organizzare le celebrazioni in queste condizioni è “un lavoro non facile”. Un lavoro per il quale, a quanto si capisce, ora i parroci dovranno farsi anche un po’ buttafuori.