Fase 2, il bollettino del primo giorno: i positivi scendono sotto i 100 mila. Un bilancio vero tra 15 giorni

4 Mag 2020 19:00 - di Redazione

L’epidemia sembra lentamente indietreggiare. Nel primo giorno della Fase 2, i positivi al coronavirus scendono nuovamente sotto la soglia dei 100mila. Non succedeva dal 10 aprile. Il dato – spiega Borrelli nella quotidiana conferenza stampa – è la conseguenza del numero di vittime, in flessione netta. Dell’aumento dei guariti e del costante basso numero di nuovi casi. Dato anche dal basso rapporto tra positivi individuati e tamponi effettuati.

Fase 2, rassicuranti i dati della Protezione civile

Il fatto che il contagio cresca tanto velocemente mentre sia molto lento a ridiscendere rende ancora più  necessario attenersi alle regole. Proprio in questa fase di parziale riapertura. Distanziamento sociale e prevenzione (mascherine, igienei) “per evitare che nuovi focolai mettano a rischio questo calo”.

I casi maggiori in Lombardia e Piemonte

Dei 1221 tamponi positivi rilevati oggi, la maggior parte sono in Lombardia, con 577 nuovi positivi (il 47,2% dei nuovi contagi). Tra le altre regioni più colpite dal coronavirus, l’incremento di casi è di 192 casi in Piemonte, 159 in Emilia Romagna, di 55 in Veneto, di 38 in Toscana, di 53 in Liguria e di 38 nel Lazio.
I dati del nuovo bollettino della Protezione Civile riportano un calo delle persone ricoverate. In terapia intensiva si trovano oggi 1.479 persone, 22 meno di ieri. Sono ancora ricoverate con sintomi 16823 persone, 419 meno di ieri. In isolamento domiciliare 81.678 persone (+242 rispetto a ieri). Nelle ultime ventiquattr’ore sono morte 195 persone (ieri le vittime erano state 174), arrivando a un totale di decessi 29.079. I guariti raggiungono quota 82.879, per un aumento in 24 ore di 1.225 unità (ieri erano state dichiarate guarite 1.740 persone).

Pregliasco: 15 giorni per un bilancio

Se gli italiani saranno responsabili si spera che entro 15 giorni i paletti potranno essere ulteriormente allentati. Lo spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano. “La speranza è che gli italiani continuino a uscire con i ‘piedi di piombo. In una sorta di libertà vigilata che possa consentire di contenere la diffusione del coronavirus. Dobbiamo però prepararci al peggio”.
Il virologo lo dice chiaramente. “Nuovi casi possono emergere e questo lo dobbiamo tenere a mente. Come lo scenario più pesante e negativo che si possa avere. Scenario che può però essere un elemento su cui lavorare, per agire al meglio”. Per Pregliasco occorreranno almeno 2 settimane per fare un bilancio della fase 2 in Italia. Dato che l’incubazione dell’infezione va da 2 a 11 giorni con una media di 5 giorni. “Possiamo sapere, dunque, che almeno per 2 settimane non verremo ‘richiusi’. Voglio ricordare a tutti i cittadini che se hanno dei sintomi devono contattare il medico di famiglia o la Asl. Che devono abbondare piuttosto che lesinare in misure di prevenzione del contagio. Auto-isolandosi in attesa di indicazioni e di una diagnosi per tutelare la propria famiglia e la comunità”.

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