Contrordine compagni musulmani: e “Bella ciao” risuona dai minareti di Smirne. Erdogan indiavolato (video)

22 Mag 2020 13:57 - di Chiara Volpi
Bella ciao suonata nei minareti in Turchia foto da video su Twitter

Contrordine compagni musulmani: e al posto dell’invito alla preghiera serale, dai minareti di Smirne in decine di moschee in Turchia risuonano parole e note di Bella Ciao. Erdogan non ci sta. Il messaggio è arrivato forte e chiaro: e il leader maximo la prende come deve prenderla. Ossia, come una protesta contro il governo. E adesso le autorità turche indagano anche su chi ha fatto deflagrare la bomba rivendicazionista con altrettanti video sui social (in basso uno dei tanti rilanciato su Twitter). E possiamo esserne certi: andranno fino in fondo…

“Bella ciao” risuona dai minareti di Smirne

Dunque, archiviato l’l’adhan, il tradizionale richiamo alla preghiera islamica cantato dal muezzin, in Turchia si chiamano a raccolta i fedeli della protesta anti-governativa rilanciando dagli altoparlanti dei minareti delle moschee di Smirne il “canto dei partigiani”. L’adunata risuonata forte e chiara nei cieli turchi. E per chi se la fosse persa, ci pensano i video postati e ritwittati sui social a rinfrescare la memoria (partigiana). così, come spiega bene Il Giornale sul suo sito, dedicando un esaustivo servizio alla vexata quaestio, «l’invito alla preghiera che precede l’iftar, l’unico pasto concesso ai fedeli musulmani nel mese del Ramadan, è saltato. Al suo posto le moschee di diversi quartieri della città hanno trasmesso le note di Bella Ciao. O meglio, “Cav Bella”, la versione turca della canzone simbolo della Resistenza».

Erdogan furioso: una “provocazione” condivisa e persino postata sui social

Le reazione all’improvvisata anti-regime è diversa. Tra i fedeli turchi, allora, c’è chi si chiede il perché dello stravagante sovvertimento dell’ordine rituale religioso. Chi si limita a rimanere guardingo. Chi si dissocia apertamente. E chi, ancora, ironizza sospetto sulla stravagante “novità”. Nel frattempo, però, la notizia vola via etere nelle stanze governative: e dai canali di comunicazione vicini all’esecutivo turco si centra nel mirino l’obiettivo della singolare iniziativa. E si parla di “provocazione“. Bisogna immediatamente reagire ed emendare. E magari, soprattutto, provare a ricucire lo strappo. Tanto che, come riferisce il sito del quotidiano diretto da Sallusti, «la sezione locale del Dyanet, la direzione per gli affari religiosi, è subito corsa ai ripari facendo sapere in un comunicato che si sarebbe trattato di un sabotaggio. “Ignoti hanno manomesso il sistema centralizzato per l’invito alla preghiera”, si legge nel documento diffuso dalle autorità islamiche locali e pubblicato sui media turchi».

Direzione per gli affari religiosi e procura locale hanno aperto un’indagine: caccia al responsabile

Immediata la risposta istituzionale: la direzione annuncia l’apertura di un’indagine interna per portare allo scoperto i sovversivi. Non solo: sul caso ha aperto un’inchiesta anche la procura locale. Obiettivo principale: stanare chi ha sabotato i sistemi audio delle moschee, ma anche fare luce su chi ha condiviso a parole e concretamente sui social, l’iniziativa. La notizia vola sul web, dove rimbalza da Twitter a Facebook. Dagli abitanti dei quartieri di Smirne “incriminati” alle sale dei bottoni. Trasmettere Bella ciao è un’azione di protesta diretta contro Erdogan, sottolinea il governo turco. Anche considerato che, come riferisce il quotidiano turco Hurriyet, «la canzone era stata riadattata in passato dai Grup Yorum, un gruppo musicale turco particolarmente critico con le autorità». L’accusa formulata è di “vilipendio pubblico dei valori religiosi”. E le forze dell’ordine sarebbero già sulle orme dell’autore del gesto. Un gesto considerato doppiamente grave in considerazione del fatto che i musulmani sono Ramadan: il mese sacro dei fedeli del Corano…

 

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