App Immuni, il governo pronto a lanciare l’applicazione. Ma il Garante della privacy non ne sa nulla
Se ne parla da due mesi, ma della app Immuni ancora non c’è traccia e forse è meglio così. Nessun preconcetto ideologico. La digitalizzazione di dati, informazioni, contatti è un processo ormai inarrestabile. Ormai siamo tutti tracciati e tracciabili, e ciò pone seri problemi di privacy: quella stessa privacy che ci ingabbia e condiziona, oggi potrebbe trovare un nuovo strumento per essere facilmente aggirata. L’Autorità preposta, allo stato attuale, di Immuni non ne sa nulla.
App Immuni: Garante all’oscuro
Il governo ormai è pronto a lanciare l’applicazione attraverso i negozi digitali di Google e Apple, ma il tutto avverrebbe all’oscuro del Garante. Questo atteggiamento fa riflettere sia sul ruolo che hanno le Autorità di garanzia nel nostro Paese, ruolo spesso ridotto a quello di meri ratificatori. Sia sulle reali mire del governo.
Il tema della conservazione dei dati non può essere trattato in maniera superficiale e quello che sta avvenendo già oggi, sotto i nostri occhi, è veramente intollerabile. Al di là della app, il prezzo che ciascuno di noi deva pagare alla riapertura è la cessione di una parte della nostra vita. Informazioni che andranno ad alimentare una banca dati che non abbiamo capito a cosa servirà e da chi verrà gestita. Non si potrà andare da un parrucchiere senza una prenotazione online, lo stesso vale per un ristorante o se abbiamo intenzione di spostarci da una regione all’altra. Dovremo fornire indicazioni su chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo… per molto più di 1 fiorino! D’altra parte è quello che il governo ci ha imposto sin dall’inizio di questa epidemia, quando abbiamo dovuto compilare per due mesi quelle autocertificazioni che cambiavano di giorno in giorno e che abbiamo collezionato come figurine.
Addio ideali di libertà
La Immuni non farà, quindi, che inserirsi in un contesto da Grande fratello già abbondantemente avviato, ma con un’aggravante. Se non verrà scaricata almeno dalla metà degli italiani, la sua utilità sarà pressoché nulla. Così come nullo sarà il suo effetto se non verranno eseguiti tamponi massivi e test sierologici a tappeto. Se, cioè non avremo tutti un patentino-covid che rassicura o metta in allarme chi ci incontra. E addio per sempre ideali di libertà.
Meglio la morte ! W la libertà per sempre !
La geolocalizzazione di Google si può disinserire, ma uno Stato di polizia, come il nostro, può costringerci ad aderire. E’ sufficiente vietarci l’ingresso agli stadi od ai concerti se non c’è l’adesione alla famigerata APP e dopo? E come avere il chip sottopelle e dopo? Se dovessero costringerci a restare a casa e trasgrediamo, che succede?
Scusate lo sfogo.